
CASTELVETRANO. Il Gruppo 6 Gdo è stato dichiarato fallito. Il giudice del tribunale di Marsala ha ritenuto inammissibile l’accordo – proposto dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – che prevedeva la cessione del ramo di azienda, relativo ai punti vendita, del Gruppo 6 Gdo alla società Esse Emme Srl.
A renderlo noto sono la Filcams Cgil, la Fisascat Cisl e la Uiltucs Uil di Trapani che hanno espresso “forte preoccupazione per un dissenso che avrà serie ripercussioni sul futuro occupazionale di circa 400 lavoratori dei punti vendita direttamente e indirettamente collegati all’azienda castelvetranese della grande distribuzione, confiscata al mafioso Giuseppe Grigoli”.
L’accordo avrebbe, infatti, consentito la ricollocazione della quasi totalità dei lavoratori con l’avvio immediato dell’attività. A essere esclusi dall’accordo era, invece, il Cedi – Centro di distribuzione – per cui l’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati stava valutando un percorso alternativo.
Tra le motivazioni del decreto il giudice ha contestato alcuni vizi di forma che inficerebbero la valenza del concordato preventivo.
Inoltre, il giudice ha ritenuto carente la solvibilità della subentrante Esse Emme, società che riunisce tre aziende e che opera nel settore da diversi anni.
Per i segretari della Filcams Cgil Anselmo Gandolfo, della Fisascat Cisl Franco Lo Sciuto e della Uiltucs Uil Mario D’Angelo “il decreto pone un freno a quella che sembrava essere la soluzione per la ricollocazione dei lavoratori”.
“Auspichiamo – hanno detto i tre segretari – che questa non sarà una delle tante occasione mancate a fronte di numerose aziende confiscate alla mafia ma, successivamente, dichiarate fallite. Crediamo – hanno concluso – che ci siano ancora le condizioni affinché il Gruppo 6 Gdo possa diventare l’esempio di un’azienda confiscata e ricollocata sul mercato”.
Il Sindaco della città di Castelvetrano Selinunte, Avv. Felice Errante, in merito alla sentenza del Giudice del Tribunale di Marsala, è basito:
“Un Sindaco non può e non deve interpretare le sentenze della magistratura, anche quando queste azzerano mesi di duro lavoro posto in essere dall’Agenzia dei beni confiscati alla mafia, di concerto con i sindacati e con le Istituzioni locali-afferma Errante- Tuttavia le stesse possono essere impugnate ove si rivelino erronei i presupposti che hanno fatto maturare nel giudicante il convincimento , cristallizzato poi nel dictum giudiziale.
Devo dare atto dell’ottimo lavoro messo in campo dall’Agenzia e dal Governo, anche nelle sue proiezioni territoriali, tendente alla risoluzione della problematica che riguarda un numero elevatissimo di lavoratori di Castelvetrano e dell’intero hinterland provinciale -continua il Sindaco- Un plauso va fatto anche ai sindacati per la competenza e la grande responsabilità dimostrata sul campo. Voglio tuttavia rendere noto ai lavoratori della gruppo 6gdo che la partita, per ciò che mi riguarda, non è assolutamente chiusa”
La senatrice Pamela Orrù è intervenuta in Senato sul fallimento del Gruppo 6 GDO . “L’intesa – ha evidenziato la parlamentare del Pd intervenendo a Palazzo Madama – prevedeva la cessione del ramo di azienda, relativo ai punti vendita del Gruppo 6GDO, ad una società. L’accordo avrebbe consentito la ricollocazione della quasi totalità dei 400 lavoratori dei punti vendita direttamente e indirettamente collegati all’azienda castelvetranese della grande distribuzione con l’avvio immediato dell’attività”.
La senatrice Orrù, facendosi portavoce della preoccupazione dei lavoratori e dei sindacati, ha chiesto l’intervento del Governo per “trovare strade alternative”, chiamando in causa il Ministero dell’Interno e tornando a sollecitare una risposta alla sua interrogazione presentata nei mesi scorsi sulla vertenza del Gruppo 6 GDO, augurandosi che “esistano ancora le condizioni affinché il Gruppo possa diventare l’esempio di un’azienda confiscata e ricollocata sul mercato”.
“Non possiamo permettere – ha rimarcato la senatrice Orrù – che passi il messaggio che un’azienda con lavoratori venga chiusa per fallimento e si perda occupazione quando, una volta sottratta alla mafia, passa tra i beni confiscati gestiti dall’agenzia preposta”.
“Il fallimento del gruppo 6GDO, l’azienda che fu di Giuseppe Grigoli, socio di Matteo Messina Denaro, segna la morte lavorativa di 500 impiegati. Ma soprattutto, segna il fallimento dello Stato, che l’aveva acquisita in seno all’Agenzia Nazionale dei beni confiscati. La vicenda evidenzia tutta la criticità della legislazione sulle misure di prevenzione e della gestione dei patrimoni confiscati ai boss: è urgente che alcuni aspetti di legge vadano modificati, come quelli delle professionalità degli amministratori giudiziari, come già proposto da Claudio Fava, Vice Presidente della Commissione Antimafia. Assicurare un futuro ad una azienda confiscata è una sfida concreta alla lotta alla cultura mafiosa stessa: se la gestione dei beni confiscati e’ fallimentare, la Mafia accresce il suo consenso. Questa e’ una battaglia che spetta alla politica la quale deve, da un lato, sostenere il lavoro dei magistrati e, dall’altro, impegnarsi perche’ questa lotta non sia vana, sia con la modifica della L. La Torre, sia con una vigilanza ferrea degli organi territoriali competenti“. Scrivono in una nota Massimo Candela del Coordinamento Reg. SEL Sicilia e Valentina Colli, Assemblea Nazionale SEL