Gaza è al buio dopo che i bombardamenti hanno messo fuori uso l'unica centrale elettrica

Venti palestinesi che si erano rifugiati in una scuola Onusono stati uccisi all'alba di oggi da un bombardamento israeliano nel nord della Striscia di Gaza, secondo i servizi di soccorso locali.

Secondo le fonti, colpi di carro armato contro il campo profughi di Jabaliya hanno colpito in pieno le stanze di due classi della scuola dell'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.

Un responsabile dell'Unrwa al momento ha confermato da parte sua la morte di almeno 15 persone.

Nella notte 8 persone sono rimaste vittima di raid a Gaza, Khan Yunis, Rafah e Shati.

Sale ad oltre 1.220 il bilancio delle vittime palestinesi nella offensiva di Israele contro Hamas. Oltre 200 sono bambini.

IL PUNTO SULLA GUERRA AL 29 LUGLIO (di Massimo Lomonaco)

Al 22esimo giorno di guerra e dopo una notte infernale di bombe su Gaza con "almeno 100 morti" per un totale di quasi 1200, di cui circa 230 bambini, si torna a parlare della possibilità di una tregua umanitaria. Una fonte militare israeliana ha rivelato che "sono stati raggiunti gli obiettivi affidati" all'esercito e che ora "la leadership politica deve decidere se andare ancora avanti o ritirarsi" dalla Striscia. Ad annunciare quella che poteva essere la svolta - mentre Gaza è al buio per i bombardamenti che hanno messo fuori uso l'unica centrale elettrica - è stato l'Olp per bocca di Yasser Abed Rabbo. Da Ramallah ha fatto sapere che le delegazioni delle fazioni palestinesi riunite al Cairo, con la mediazione egiziana e del leader Abu Mazen, avrebbero annunciato a breve una tregua umanitaria di 24 ore (con disponibilità di estenderla fino a 72 ore), accettata anche da Hamas, e senza nessuna precondizione per Israele. A breve stretto giro di posta tuttavia - come è già avvenuto altre volte nelle settimane scorse - Hamas da Gaza ha negato l'intesa. "Prenderemo in considerazione un cessate il fuoco - ha detto il portavoce Sami Abu Zuhri - quando Israele si impegnerà a rispettarlo a sua volta, con garanzie internazionali". In serata Abed Rabbo ha confermato tuttavia che lo stesso Khaled Meshaal, capo in esilio di Hamas, ha "acconsentito alla proposta di cessate il fuoco avanzata dall'Autorità nazionale palestinese". A chiudere lo spiraglio sono arrivate poi le parole del capo delle brigate Ezzedin al-Qassam, Mohammed Deif, alla radio e alla tv di Hamas: l'organizzazione non accetterà "nessun cessate-il-fuoco senza la fine dell'aggressione (militare israeliana) e senza l'eliminazione dell'assedio". Che trattative serrate siano in corso al Cairo l'hanno rivelato anche altre fonti, secondo le quali però ancora l'intesa non è stata raggiunta. A premere per una tregua sono tornati anche oggi sia il segretario generale dell'Onu Ban Ki moon sia il capo della diplomazia Usa John Kerry. Il primo ha ammonito sulle "conseguenze devastanti" che avrebbero altri spostamenti di popolazione all'interno della Striscia. Mentre Kerry ha detto che Israele vuole un cessate il fuoco che consenta di smantellare i tunnel, sottolineando di parlare con Netanyhau "due, tre, quattro volte al giorno". Netanyahu, ha aggiunto, ha chiesto agli Stati Uniti di aiutare a raggiungere una tregua. Parole che, rimbalzate in Israele, sembrano aver provocato una nuova frizione tra Kerry e Netanyahu . Fonti dell'ufficio del premier hanno negato che Netanyahu abbia chiesto agli Usa di muoversi per un cessate il fuoco umanitario a Gaza. "E' stato Kerry - hanno riferito le fonti ai media - a sollevare l'opzione per una tregua e non l'opposto". Inoltre Netanyahu avrebbe detto al segretario di Stato Usa che l'operazione "è necessaria per proteggere i civili israeliani e per stoppare i tunnel". La tv di stato israeliana ha anche reso noto il testo della telefonata dei giorni scorsi tra Barack Obama e lo stesso Netanyahu dal quale emergerebbe un tono piuttosto perentorio da parte del presidente Usa nei confronti dell'alleato, con la richiesta immediata di mettere fine all'escalation militare. Ma nell'attesa che lo scontro si fermi, sono le armi a continuare a parlare: la notte a Gaza è stata un diluvio di bombe dopo la forte ripresa dei razzi di ieri e il tentativo di un commando di Hamas di infiltrarsi nel sud di Israele. Ad essere colpita, tra gli altri obiettivi, è stata la centrale di Gaza, l'unica della Striscia, che brucia da ore e che lascerà al buio gli abitanti di Gaza in quelle poche zone dove ancora c'era elettricità. Gli sfollati sono circa 300mila e i forni sono stati presi di assalto. E Israele ha avvisato abitanti di altri rioni, specie nel nord della Striscia, di lasciare le case in vista di nuovi attacchi. Hamas - secondo la tv israeliana, ma da Gaza non ci sono conferme - avrebbe aperto il fuoco su un gruppo di palestinesi che due giorni fa a Beit Hanun, nel nord, "protestavano per le condizioni in cui erano venuti a trovarsi". Cinque persone sarebbero rimaste uccise, altre decine ferite. L'esercito israeliano - che ad oggi conta 53 soldati morti - ha scoperto, e ucciso, cinque "terroristi" che uscivano da un tunnel a Khuza nel nord della Striscia. Anche i razzi (2612 in tre settimane) sono arrivati nel sud dello Stato ebraico e in serata la Jihad islamica ha rivendicato il lancio verso la zona di Gerusalemme, a un passo dalla Cisgiordania. La notte scorsa tre razzi sono stati intercettati sopra Tel Aviv. Continua intanto a salire il tragico bilancio di vite umane: mentre stasera almeno altri 13 palestinesi sono stati uccisi sotto i bombardamenti, gli ultimi dati dell'Ufficio per il Coordinamento degli Aiuti Umanitari dell'Onu registrano, a ieri, 229 bambini rimasti uccisi.

fpnte ANSA


Petrosino.Spiaggia di Torrazza. Il TAR respinge il ricorso dei proprietari di Casa La Francesca e dà il via libera all’ordinanza di demolizione


Casa La Francesca va demolita. Nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 25 luglio 2014, è arrivata l’ordinanza da parte del Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo che respinge di fatto il ricorso presentato dai proprietari dell’immobile fatiscente che si trova sulla spiaggia di Torrazza, e dà ragione all’ordinanza firmata dal Sindaco di Petrosino lo scorso anno con cui si dava ordine di abbattere l’immobile per motivi di sicurezza. Il dispositivo del TAR non lascia spazio a dubbi. “Visti gli esiti della verifica disposta da questo TAR e considerato che sussiste il pericolo di crollo di parti dell’edificio, e conseguentemente sussiste concreto ed attuale pericolo per la pubblica incolumità, ritiene in via definitiva che non ci siano le condizioni per concedere misura cautelare invocata dalla ricorrente, e essendo prevalente l’interesse pubblico respinge la domanda”. Lo stesso TAR ha anche condannato il proprietario al pagamento, in favore dell’Amministrazione Comunale, delle spese processuali.

Si chiude così, dopo un tira e molla durato parecchi anni, una vicenda, quella della “Casa La Francesca” che ha visto da sempre impegnata l’attuale amministrazione nel rendere la spiaggia di Petrosino libera e valorizzata con il suo straordinario patrimonio ambientale e di livello internazionale, dal momento che ricade in una Zona Sic-Zps (sito d’interesse comunitario e zona a protezione speciale) stabilita dalla Convenzione di Ramsar. Va detto che già in passato altri Sindaci di Petrosino avevano emesso ordinanza di demolizione, ma in un modo o nell’altro o per il ritiro dello stesso provvedimento dopo appena qualche giorno, l’immobile costruito sulla spiaggia nei primi anni ’60, un eco-mostro che in stato di abbandono è diventato pericoloso per l’incolumità pubblica, è rimasto sempre lì. Anche Legambiente si è battuta per la demolizione dell’edificio con diverse manifestazioni, l’ultima delle quali qualche settimana addietro in concomitanza con l’arrivo di Goletta Verde a Marsala. “Dedico questo risultato - le parole del Sindaco Gaspare Giacalone - a Salvatore Giordano, il ragazzo di 14 anni, morto lo scorso 9 Luglio a Marano per il crollo di un cornicione, e ai suoi familiari. A tutti coloro che hanno perso la vita sotto un crollo. Per quelle volte che un sindaco non ha fatto in tempo il suo dovere”.

comunicato stampa

M5S di Mazara. Richiesta applicazione “Norma sugli affitti d’oro “

In sinergia con i Deputati - portavoce del Movimento 5 Stelle Nazionali, gli attivisti del Meetup di Mazara del Vallo, nella persona del Consigliere - portavoce Nicolò La Grutta, hanno presentato in data odierna, una richiesta di applicazione della “Norma sugli affitti d’oro”,per la riduzione dei costi sugli affitti passivi a carico del Comune di Mazara del Vallo – D.L. n. 120 del 15 ottobre 2013, coordinato con la Legge di conversione n. 137 del 13 dicembre 2013, sollecitando l’Amministrazione affinché si adoperi tempestivamente ad applicare il provvedimento, conosciuto come “Norma sugli affitti d’oro” al fine di ottenere un taglio efficace della spesa improduttiva, nell’interesse esclusivo dei cittadini.

La suddetta norma, nata da una Proposta del Cittadino Portavoce alla Camera dei Deputati Francesco Fraccaro, ed entrata in vigore dal 24 giugno 2014, permette ai comuni, nell’ambito della propria autonomia, di comunicare entro il 31 luglio 2014 il preavviso di recesso dei contratti di locazione in corso o la rinegoziazione degli stessi, anche in deroga ad eventuali clausole difformi previste dal contratto.

Si chiede, inoltre, di pubblicare tutte le locazioni passive sul sito internet come da art .30 del D.Lgs 33/2013 in modo che tutti i cittadini le possano monitorare e valutare.



Gli attivisti del MoVimento 5 stelle di Mazara del Vallo



Ecco il testo della nota inoltrata:



Al Sindaco della citta di Mazara del Vallo

Al Presidente della 1^ Commissione

Oggetto: Richiesta di applicazione della “Norma sugli affitti d’oro” per la riduzione dei costi sugli affitti passivi a carico del Comune di Mazara del Vallo – D.L. n. 120 del 15 ottobre 2013, coordinato con la Legge di conversione n. 137 del 13 dicembre 2013.

Egregio sig. Sindaco e Presidente della 1^ Commissione consiliare,

con la presente si intende sollecitare le SS.VV. affinché Vi adopriate tempestivamente ad applicare il provvedimento conosciuto come “Norma sugli affitti d’oro” al fine di ottenere un taglio efficace della spesa improduttiva, nell’interesse esclusivo dei cittadini.

La suddetta norma, entrata in vigore dal 24 giugno 2014, permette ai comuni, nell’ambito della propria autonomia, di comunicare entro il 31 luglio 2014 il preavviso di recesso dei contratti di locazione in corso o la rinegoziazione degli stessi, anche in deroga ad eventuali clausole difformi previste dal contratto.

Pertanto si invitano le SS.VV. ad operare una imparziale analisi delle locazioni passive in corso, utilizzando il provvedimento in oggetto, al fine di revisionare quei contratti di locazione degli immobili per cui il Comune di Mazara del Vallo paga canoni di affitto esorbitanti, adeguandoli alle reali quotazioni dei prezzi di mercato del territorio.

Si chiede, inoltre, di pubblicare tutte le locazioni passive sul sito internet come da art .30 del D.Lgs 33/2013 in modo che tutti i cittadini le possano monitorare e valutare.

Ritenendo doveroso dare seguito all’applicazione di questa Norma per il beneficio che ne ricaverebbe l’intera cittadinanza, e certo dell’impegno che in tal senso verrà profuso, si rimane in attesa che venga fornita una dettagliata rendicontazione dei risparmi così ottenuti.

In attesa di tempestivo riscontro, porgo

Distinti saluti.

Presentato al Prefetto di Trapani il programma di Blue Sea Land 2014

Il Presidente del Distretto Produttivo della Pesca e il Presidente del Centro di Competenza Distrettuale, Professor Vincenzo Fazio, hanno incontrato ieri il Prefetto di Trapani, S.E. Leopoldo Falco, per presentare il programma di Blue Sea Land 2014, l’Expo dei Distretti Agroalimentari del Mediterraneo, Africa e Medioriente allargato che si svolgerà, dal 9 al 12 ottobre, a Palermo, Gibellina, Marsala e Mazara del Vallo.
Il Prefetto ha condiviso l’iniziativa, il programma e soprattutto ha avuto modo di apprezzare il lavoro che il Distretto, l’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo e il Centro di Competenza Distrettuale, gli enti e le associazioni coinvolte stanno facendo per promuovere la Sicilia ed in particolare la Provincia di Trapani quale centro di incontro economico ed interculturale del Mediterraneo.
Il “Centro di Competenza”, ente previsto dal patto di sviluppo distrettuale, rappresenta un braccio operativo del Distretto ed ha l’obiettivo principale di fornire servizi gestionali e formativi, di innovazione tecnologica alle aziende del Distretto della Pesca.
La società consortile è presieduta dall’emerito Prof. Vincenzo Fazio, noto economista e già preside della Facoltà di Economia dell’Università di Palermo. Gli altri componenti del Cda del Centro di Competenza, insediatosi lo scorso dicembre, sono: il vicepresidente Piero Culcasi, già presidente di Confindustria Trapani; Lisma Nicolò Maria, già vice presidente del Distretto della Pesca; Calogero Di Bella, coordinatore scientifico dell’IZS di Palermo; Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della Pesca; Angelo Pietro Campo, operatore nel settore ittico; infine, Giuseppe Pace, Presidente della Camera di Commercio di Trapani.
Il Centro di Competenza e l’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo avranno sede, a partire dal 1 agosto, a Mazara del Vallo presso i locali di via Gian Giacomo Adria n. 

Fonte: comunicato Distretto Produttivo della Pesca
Mazara del Vallo

Guerra a Gaza, "Israele rifiuta la tregua di una settimana, ma accetta pausa di 12 ore". LA GIORNATA

Ban Ki-moon aveva lanciato un appello per una "pausa umanitaria"

Israele rifiuta la proposta di tregua di una settimana, ma accetta la richiesta di un cessate il fuoco di 12 ore a Gaza dalle 7 di oggi, avanzata dal segretario di stato americano, John Kerry, e dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, il quale aveva chiesto una 'pausa umanitaria' di 7 giorni, e ha detto che "i palestinesi hanno sanguinato abbastanza".
Tra le macerie 40 corpi
Almeno 40 corpi sono stati recuperati sotto le macerie in diversi quartieri di Gaza, dopo l'entrata in vigore della tregua di 12 ore che ha permesso ai soccorritori di scavare sotto le case crollate. Lo riferisce l'agenzia Maan, che porta il bilancio delle vittime a oltre 940, precisando che nel raid a Khan Younis prima della tregua i morti sono 20.
Otto palestinesi, tra cui quattro bambini, sono stati uccisi durante un raid aereo israeliano a Khan Younes, a sud della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito i soccorritori. Una ventina di persone sono rimaste ferite nell'attacco, avvenuto poche ore prima dell'entrata in vigore di un cessate-il fuoco. E' di oltre 940 il numero dei morti.
Israele ha respinto la proposta del segretario di Stato Usa John Kerry per un cessate il fuoco chiedendo miglioramenti prima che possa essere raggiunta ogni intesa. "L'offerta di Kerry mette in risalto i vantaggi che Hamas sta cercando più che dare priorità alle nostre domande di sicurezza. Era inaccettabile", è stato il commento israeliano trapelato su Haaretz. La decisione di respingere il piano - presa secondo quanto sembra all'unanimità dal gabinetto di sicurezza convocato dal premier Benyamin Netanyahu - è stata dettata dall'insoddisfazione per il contenuto della proposta stessa su alcuni punti. Per questo il Gabinetto di sicurezza - dopo una riunione durata ore - ha deciso di continuare il lavoro su come incrementare quelle stesse linee "a favore di Israele". Il punto di contrasto - secondo la tv di Stato israeliana - sarebbe che lo Stato ebraico intendere restare nella Striscia e continuare a distruggere i tunnel usati da Hamas per entrare in territorio israeliano.
Serve un cessate il fuoco e la fine del blocco di Israele a Gaza "il più presto possibile". Lo dice Khaled Meshaal, leader di Hamas, alla Bbc. "Le persone non possono ricevere assistenza sanitaria o andare al lavoro. Perché il popolo di Gaza deve essere punito con questa morte lenta nella più grande prigione del mondo? Questo è un crimine"
Un altro soldato israeliano e' stato uccisoa Gaza. Lo ha detto il portavoce militare, citato dai media, secondo cui il totale sale cosi' a 35.
Fonti palestinesi hanno riferito al quotidiano arabo Al-Hayat che Hamas ha acconsentito, in linea di principio, al cessate il fuoco proposto dal segretario di stato Usa John Kerry che prevede una settimana a partire da sabato, da domenica. Durante questo lasso di tempo, le parti - grazie alla mediazione internazionale - comincerebbero a negoziare su punti di sicurezza, economici e politici per un accordo duraturo. Hamas ha tuttavia chiesto garanzie sul rilascio dei detenuti e l'estensione dei diritti di pesca.
Sono in corso sforzi ''intensi'' per arrivare ad un cessate il fuoco. Lo scrive Haaretz secondo cui il segretario di stato Usa John Kerry guida i contatti per annunciare a breve una tregua. Ynet riporta una fonte militare, non specificata, secondo cui il governo israeliano starebbe attendendo la risposta di Hamas alla proposta del segretario di stato Usa.
Proseguono i lanci di razzi. Hamas ha affermato di aver lanciato tre missili a lunga gittata verso l'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv. Le brigate Ezzedin al Qassam , si legge nel comunicato, "hanno lanciato tre razzi di tipo M75 alle 11:45 locali (le 10:45 in Italia) verso l'aeroporto Ben Gurion". Il sistema antimissili Iron Dome ha intercettato quattro razzi sull'area grande di Tel Aviv e zone limitrofe a nord della città dove poco prima sono risuonate le sirene di allarme. Lo ha detto la Radio militare.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un appello per l'apertura di un corridoio umanitario a Gaza per consentire agli operatori di evacuare i feriti e far giungere farmaci salvavita nella Striscia. Il corridoio dovrebbe inoltre garantire il passaggio dei pazienti ai valichi e l'uscita da Gaza per ricevere cure mediche, ha spiegato a Ginevra il portavoce dell'Oms Paul Garwood. In una nota, l'Oms si dice "estremamente preoccupata" per la sofferenza umana ed il deterioramento delle condizioni a Gaza.
Ue, inchiesta immediata su bombardamento scuola Onu - L'Unione europea ha rivolto un appello per "un'inchiesta rapida" sui bombardamenti israeliani contro una scuola dell'Unrwa (l'ente dell'Onu per i profughi), che ha provocato 16 morti e 200 feriti. "Rivolgiamo un appello ad un'inchiesta immediata e completa su questo episodio", ha detto Maja Kocijancic, portavoce dell'Alto rappresentante Ue Catherine Ashton. Il portavoce ha inoltre rivolto un "appello a tutte le parti per un cessate il fuoco immediato".
Air France riprende i voli per Tel Aviv - La compagnia francese Air France "riprende oggi" i voli verso Tel Aviv, dato che i principali organismi internazionali hanno ritirato la raccomandazione dei evitare lo scalo israeliano. Lo ha riferito l'amministratore delegato Alexandre de Juniac durante la presentazione dei risultati semestrali.
Tra i punti avanzati da Kerry - che prevedono l'attiva partecipazione dell'Autorita' nazionale palestinese - c'e' il fatto che durante la tregua di una settimana le forze israeliane non lascerebbero del tutto la Striscia. Questo sarebbe uno dei temi piu' contestati da parte palestinese. Durante il cessate il fuoco di una settimana, le parti si incontrerebbero al Cairo per confrontarsi tramite la mediazione egiziana. Gli Stati Uniti, il segretario generale dell'Onu e l'Unione Europea si farebbero garanti con entrambe le parti che i negoziati riguarderanno temi essenziali. Per Israele, il disarmo dei razzi di Gaza e dei tunnel. Per Hamas, la fine del blocco e la ricostruzione dei danni che la Striscia ha subito durante le operazioni.
Il ministro degli Esteri turco Ahmed Davutoglu ha annullato una visita in Francia ed è partito per il Qatar dove discuterà di una possibile tregua tra Israele e Hamas a Gaza. La decisione, fanno sapere fonti palestinesi, "è stata presa dopo una teleconferenza con il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri del Qatar. E dopo aver parlato separatamente con responsabili di gruppi palestinesi".

fonte Ansa.

Tutto pronto per il “Marsala Jazz Estate”, a San Pietro dal 30 luglio al 2 agosto

Sul palco i musicisti Ettore Fioravanti, Bruno Biriaco, Toninho Horta, Antonino Onorato, gli Area



Ritorna a Marsala il grande jazz d’autore. Dal 30 luglio al 2 agosto la suggestiva cornice del Complesso Monumentale San Pietro ospiterà uno degli eventi più attesi della Sicilia Occidentale: il “Marsala Jazz Estate”. Sempre sensibile alle sonorità afroamericane del Sud, al ritmo swing sincopato e ad un sound tipicamente Mediterraneo, la Città lilybetana riprenderà vigore con una quattro giorni di concerti, workshops e Street Parade imperdibili per gli appassionati e tutti i curiosi che si lasceranno affascinare dalla musica di New Orleans. Si comincia il 30 luglio con uno dei jazzisti italiani più apprezzati nel mondo: Ettore Fioravanti. Il percussionista romano – che dal ’75 inizia a collaborare con Paolo Fresu, per poi affiancare Ernst Reijseger, Enrico Rava e Franco D’Andrea – si presenta in quartetto con i suoi “Traditori”, jazz band formata da Marcello Allulli al sax tenore, Francesco Poeti alla chitarra e Francesco Ponticelli al basso. Perché “Traditori”? Perché è la caratteristica della loro cifra stilistica così serpeggiante, un jazz ingannevole contaminato di elettronica, d’avanguardia, da Miles Davis ai Clash. Il 31 luglio sarà la volta del maestro Bruno Biriaco, da 50 anni sulla cresta dell’onda... jazz. Raffinato compositore apprezzato da mostri sacri come Chet Baker, Johnny Griffin, George Coleman, si presenta con uno degli ultimi progetti: i Saxes Machine, cinque sassofoni più la sezione ritmica che si cimenteranno nel più classico “italian jazz” con venature swing trascinanti ed esaltanti. Il 1° agosto invece, le influenze della “brazilian music” saranno suonate da uno dei massimi esponenti di jazz samba, Toninho Horta. Il chitarrista che Pat Metheny ha voluto più volte al suo fianco, si esibirà in duo con Antonio Onorato, uno dei pochi italiani ad esibirsi nel prestigioso Blue Note di New York. Da John Scofield a John McLaughlin, è l’unico musicista al mondo ad utilizzare la Yamaha G 10 e a suonarla con il suo tipico sound tra il rock e la world music. Il 2 agosto il festival si chiuderà con una Special Star: gli Area. Il gruppo italiano anni ’70 del compianto Demetrio Stratos, che ha portato in Italia il rock progressive, negli ultimi anni si è donato al jazz grazie anche ai suoi componenti: Patrizio Fariselli alle tastiere, Walter Paoli alla batteria, Ares Tavolazzi al basso e Paolo Tofani alla chitarra. Le loro incursioni prog e sperimentali esploderanno tra le antiche mura di San Pietro. Oltre ai concerti, dal 31 luglio al 2 agosto, si potrà partecipare ai workshops tenuti da Bruno Biriaco per la musica d’insieme e da Cinzia Spata, singer di livello internazionale che usa la voce come fosse un vero e proprio strumento. I seminari si terranno a San Pietro dalle ore 9.30 alle 12.30, e dalle 15.30 alle 18.30 circa. Nella 4 giorni di eventi, ci sarà anche una “Street Parade”, la Drepanum Dixie Band si esibirà per le vie del centro storico di Marsala. Il “Marsala Jazz Festival” è stato organizzato dall’associazione "Tetragono...non solo Jazz". La direzione artistica è affidata ai musicisti Giacomo Bertuglia e Fabio Gandolfo ed al drammaturgo Claudio Forti. L'evento gode del patrocinio del Comune e dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo diretto da Patrizia Montalto. Gli spettacoli avranno inizio alle ore 22. Il biglietto per assistere ai concerti ha un costo di 3 euro. I seminari sono gratuiti ma a numero chiuso. Per iscriversi ai seminari scrivere a: tetragonononsolojazz@gmail.com. Visitate la pagina Facebook: Marsala Jazz Estate.
comunicato stampa

Mafia, acquisite le lettere di Patrizia Messina Denaro

Sono state acquisite agli atti del dibattimento le 222 missive sequestrate a casa di Anna Patrizia Messina Denaro in occasione della perquisizione domiciliare effettuata dalla DIA il 13 dicembre 2013. Lo ha disposto il Tribunale collegiale presieduto dal giudice Gioacchino Natoli, accogliendo la richiesta dei pm della Dda (in aula Carlo Marzella e Paolo Guido). Così è stata aperta l’ultima udienza del scaturito dall’operazione antimafia “Eden” che vede imputate cinque persone: Anna Patrizia Messina Denaro, sorella di Matteo, ritenuto boss di Cosa Nostra, Francesco Guttadauro, nipote del superlatitante e Antonino Lo Sciuto, accusati di associazione mafiosa, Vincenzo Torino, accusato di intestazione fittizia di beni e Girolama La Cascia, ritenuta persona offesa, ma accusata di false dichiarazioni al pm. Ieri è stata chiamata a deporre il medico curante di Maria Caterina Bonagiuso, anziana deceduta nel febbraio 2011, la cui eredità, secondo l’accusa sarebbe stata oggetto di interesse di Anna Patrizia Messina Denaro. La dottoressa Maria Mangiore ha riferito sulle condizioni di salute dell’anziana: “La signora peggiorò dopo le festività di Natale”, poi nell’ultimo mese (a febbraio) entrò in una fase “stuporosa”, ossia non completamente cosciente. Il secondo a deporre è stato uno degli investigatori della DIA: il colonnello Rocco Lo Pane che ha detto di aver effettuato la perquisizione a casa di Anna Patrizia Messina denaro il 13 dicembre 2013 e di aver effettuato accertamenti su alcune lettere inviate presumibilmente dal marito dell’imputata, Vincenzo Panicola che già all'epoca era in carcere. In alcune missive si parla di Giuseppe Grigoli, (già condannato definitivamente per 416 bis), definito “l’ex cugino di mia madre”. Dalle lettere si capisce che i rapporti tra Panicola e Grigoli non erano sereni. In altre lettere si fa riferimento all’eredità di Caterina Bonagiuso. “Il fatto di tua madrina mi fa piacere (Patrizia Messina Denaro era stata battezzata da Caterina Bonagiuso), mi dispiace solo che si debba usare per debiti ed avvocati”. Nella precedente udienza Lo Pane aveva riferito di aver accertato l’ esistenza di tre assegni tre circolari rispettivamente dell’importo di 25mila, 25mila e 20mila euro la beneficiaria dei quali era Anna Patrizia Messina denaro da parte di Girolama La Cascia. All’udienza hanno partecipato una del campo “Estate liberi”, di Libera, parte civile del dibattimento e difesa dall’ avvocato Domenico Grassa.

fonte gds


Partanna. Cerimonia in memoria di Rita Atria

Si celebrerà sabato 26 luglio 2014 alle ore 18.00, a Partanna, una manifestazione commemorativa in memoria di Rita Atria, collaboratrice di giustizia, in occasione del 22° anno dalla sua scomparsa.
L’Amministrazione Comunale ha organizzato per tale ricorrenza un programma diviso in due momenti.
Alle ore 18 presso il cimitero si celebrerà una messa in memoria della defunta, celebrata da Don Giuseppe Biondo.
Alle 19 e 30 si svolgerà la cerimonia di riapertura della Villa Comunale intitolata a Rita Atria in Piazza Falcone e Borsellino.
Saranno presenti autorità civili e religiose.
Il Sindaco Nicolò Catania, insieme all’Amministrazione Comunale invitano la cittadinanza alla partecipazione, ritenendo tale momento utile per una testimonianza collettiva incentrata al rispetto delle regole e della legalità.

comunicato stampa

Marsala. Si è dimessa Giulia Adamo

Era stata eletta Sindaco della Città nel maggio del 2012

"Lascio con orgoglio e commozione", queste le prime parole di Giulia Adamo dopo aver presentato le proprie dimissioni da Sindaco della Città di Marsala. A seguito delle vicende giudiziarie che l'hanno coinvolta ed al dibattito cittadino che ne è scaturito, alla fine Giulia Adamo a deciso di lasciare.

La Corte d’Appello di Palermo l’ha condannata, per fatti risalenti al 2005 (quando era Presidente della Provincia Regionale di Trapani), a due anni e dieci mesi, più l’interdizione dai pubblici uffici, per il reato di tentata concussione: secondo la procura di Marsala, avrebbe indotto il dirigente del settore Affari sociali della Provincia a non versare i finanziamenti necessari al convitto per audiofonolesi di Marsala, fino a quando non fosse stato sostituito il rettore dell’ente con una persona a lei gradita. Quindi la sospenzione dalla carica per 18 mesi da parte del Prefetto di Trapani.

Sulle dimissioni del Sindaco interviene l'on. Antonella Milazzo del PD: “A prescindere da i motivi politici e dai contrasti che hanno portato il mio partito ad uscire dalla maggioranza, non posso che esprimere apprezzamento per la scelta dell' On.Giulia Adamo. Un gesto che è segno di serietà politica e che merita grande rispetto ”. 

Vittorio Sgarbi in un suo comunicato aveva preso le difese di Giulia Adamo: «In un’isola umiliata dallo Stato – osserva Sgarbi – con prefetti che commissariano istituzioni, sospendendo la democrazia, una legge assurda ha imposto la sospensione grottesca e ridicola – utile solo a foraggiare altri Commissari in ruolo di prefetti - del sindaco di Marsala, certamente innocente, scambiando, ancora una volta, una determinazione libera sul piano amministrativo, con la concussione, reato che ha colpito, non esistendo, anche Silvio Berlusconi, ridicolizzando la magistratura. Non sarà mai restituito a Giulia Adamo l’onore che merita, con uno Stato che compie i crimini contro chi non li ha compiuti. Ma l’elemento incostituzionale e paradossale della legge – conclude Sgarbi – è la contraddizione con il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, sancito dalla stessa Costituzione. Quando Giulia Adamo sarà assolta, il misfatto della legge sarà evidente e compiuto.

23/7/2014 | 14:22

fonte tele8



PRESENTATO RICORSO: IL PREMIO DI MAGGIORANZA NON VA AL SINDACO CRISTALDI

MAZARA DEL VALLO - A poco più di un mese dal ballottaggio per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale di Mazara del Vallo è stato presentato un ricorso da parte di alcuni candidati consiglieri rimasti fuori dai banchi di consiglio che affermano ci siano state delle decisioni fuori norma per la composizione del consiglio comunale riguardo il riconoscimento del premio di maggioranza. I candidati consiglieri in questione chiedono l’annullamento del verbale di proclamazione degli eletti alla carica di consigliere comunale e chiedono il diritto di essere dichiarati eletti consiglieri per una più corretta (a detta loro) assegnazione dei seggi. A presentare tale ricorso che muterebbe considerevolmente la conformazione del consiglio comunale sono: Pietro Marino, Reina Michele, Grillo Valentina, Luppino Domenico, Roselli Patrizia, Colicchia Antonio, Quinci Maria e Sciacca Antonino rappresentati dagli avvocati Carlo Comandè e Serena Caradonna. Essi affermano che vi sia stata da parte della commissione elettorale una errata intepretazione della legge e che in verità il premio di maggioranza non sarebbe dovuto essere dato a nessuno poiché al primo turno neanche un candidato sindaco aveva raggiunto la soglia del 50% o del 40% che consente quindi l’attribuzione del premio di maggioranza, e poiché al ballottaggio non vi sono stati apparentamenti che avrebbero permesso di alzare la percentuale di voti validi alla coalizione. Nel ricorso, che abbiamo pubblicato integralmente sul sito www.teleibs.it,  si evince che poiché la nuova legge elettorale non prevede più l’effetto trascinamento da parte delle liste verso il sindaco di riferimento e viceversa, la percentuale da conteggiare alla coalizione del Sindaco Cristaldi dovrebbe essere circa del 23% e non del 60% come invece è avvenuto e che i seggi si sarebbero dovuto ripartire secondo questi numeri: n.2 seggi alla lista Futuristi anziché 4; n.3 seggi alla lista Liberi anziché 8; n.3 seggi alla lista Osservatorio Politico anziché 6; n.3 seggi alla lista Libera Intesa anziché 2; n.2 seggi alla lista Voci Democratiche anziché 1; n.3 seggi alla lista Insieme si Può anziché 2; n.2 seggi alla lista La Svolta anziché 1; n.4 seggi alla lista PD anziché 2; n.2 seggi alla lista Mazara nel Cuore anziché 1; n.2 seggi alla lista UDC anziché 1; n.2 seggi alla lista Socialisti per Mazara anziché 1; n.2 seggi alla lista Movimento 5 Stelle anziché 1. Insomma come si può vedere anche dai grafici une vera e propria rivoluzione. Gli avvocati sostengono se seguendo il principio di proporzionalità e di rappresentatività del corpo elettorale in seguito alla legge elettorale che ha eliminato l’effetto trascinamento non si può assegnare il 60% di seggi ad una coalizione che ha ottenuto appena il 23% delle preferenze nonostante il candidato sindaco di riferimento abbia vinto le elezioni, in quanto questo viola proprio quei principi di rappresentatività e soprattutto la volontà elettorale espressa dal cittadino. Come ogni ricorso che si rispetti anche questo avrà tempi lunghi e non si sa quali siano le possibilità di rivalsa, fra i banchi del consiglio comunale ridacchiano nel parlarne e non ne sono assolutamente spaventati. In attesa di avere il risultato di questo ricorso gli attuali consiglieri comunali che rischiano la poltrona li potremmo definire i consiglieri con la valigia in mano poiché pronti a partire.
fonte tele8

CASTELVETRANO: Il Sindaco ricorda Paolo Borsellino

Il Sindaco della città di Castelvetrano Selinunte, Avv. Felice Errante, invita la cittadinanza a ricordare ed onorare la memoria di Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992, in un attentato, nella via Mariano D’Amelio a Palermo, in cui persero la vita anche i cinque agenti della Polizia di Stato che componevano la sua scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina. Questa mattina il primo cittadino unitamente al Presidente del Consiglio Comunale, ad alcuni consiglieri comunali, ai componenti della Giunta Municipale ed ai Dirigenti ed al Segretario Generale, si sono recati presso il giardino comunale intitolato a Falcone e Borsellino per deporre un mazzo di fiori e rendere omaggio ai due eroici servitori dello Stato.
“ La vita e le gesta di Paolo Borsellino, così come quelle di Giovanni Falcone, hanno inciso profondamente sulle nostre vite ed il modo migliore di ricordarli è quello di portare avanti azioni quotidiane, sia nel campo amministrativo che nella vita di ognuno di noi, improntate alla legalità ed al rispetto delle regole- afferma Errante- del resto lo stesso Borsellino amava dire che se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.”.

Staff del Sindaco
Ufficio per la Comunicazione Istituzionale

ORE 16.58 SILENZIO IN VIA D'AMELIO PER RICORDARE PAOLO BORSELLINO E I CINQUE AGENTI DI SCORTA

Quando oggi l'orologio segnerà le 16 e 58, calerà il silenzio su via D'Amelio. Un minuto per ricordare Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. "Da ventidue anni non c'è verità e giustizia e i magistrati che la cercano vengono ostacolati anche dai più alti gradi delle istituzioni - spiega il fratello del magistrato ucciso, Salvatore Borsellino - , noi saremo in via D'Amelio per impedire che persone non degne, avvoltoi, vengano a portare corone". Così, come ogni anno, non ci sarà nessun appuntamento ufficiale, nessun ministro nel luogo della strage. Angelino Alfano sarà all'università di Messina a ricordare l'anniversario. Invece, il capo della Polizia, Alessandro Pansa, alle 9 e 15, deporrà una corona di fiori al Reparto scorte, nella caserma Lungaro.

Oggi sarà una lunga giornata in via D'Amelio, con il movimento delle Agende rosse. In mattinata, nel luogo dell'esplosione, ci sarà un momento dedicato ai bambini. Poi, alle 15 e 30, sul palco saliranno i familiari delle vittime di mafia. Dopo il minuto di silenzio, interverranno i magistrati Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita. Si andrà avanti fino alla sera: previsti due spettacoli e una riflessione sulla trattativa Stato-mafia con Marco Travaglio, Rossella Guadagnini, Fabio Repici e Valentina Lodovini. Onoreranno l'anniversario anche i musicisti dell'Orchestra Sinfonica Siciliana che suoneranno, alle 21 e 30, in piazza Ruggero Settimo e le organizzazioni di destra che hanno organizzato una fiaccolata da piazza Vittorio Veneto fino a via D'Amelio.

Le commemorazioni sono iniziate ieri mattina. Nell'aula magna della Corte di Appello di Palermo, l'Associazione nazionale magistrati ha ricordato la strage con Manfredi Borsellino, figlio di Paolo. C'era anche il presidente nazionale dell'Anm, Rodolfo Sabelli: "Questi incontri dovrebbero essere un momento di riflessione seria e di assunzione di responsabilità. Una riflessione su quello che è accaduto per assumere degli impegni di responsabilità sul presente". Nella caserma Lungaro, invece, è stata depositata una corona di fiori davanti alla lapide che ricorda gli agenti della scorta uccisi il 19 luglio del '92.

Anche ieri sono state numerose le iniziative organizzate dalle Agende rosse. Alle 18, gli attivisti di Scorta civica hanno tenuto un sit-in davanti al Palazzo di Giustizia. Da lì un corteo di centinaia di persone ha sfilato fino alla facoltà di Giurisprudenza, dove si è tenuto un convengo, organizzato dalla rivista "Antimafia 2000". Gli appuntamenti dedicati a Borsellino si concluderanno domani con la salita al Castello Utveggio e con un convegno, alle 18, all'ex Fonderia Reale, a cui parteciperanno Giulia Sarti e Giorgio Ciaccio del M5S, Beppe Lumia del PD e Claudio Fava del gruppo misto.

(Fonte: Repubblica - Giorgio Ruta)

Precari e piano della assunzioni, i sindacati chiedono incontro al Comune di Mazara

MAZARA DEL VALLO. I sindacati chiedono un incontro all’amministrazione comunale di Mazara del Vallo per discutere del futuro dei precari e del piano di assunzioni varato recentemente. La richiesta arriva dai tre segretari provinciali della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Vincenzo Milazzo, Rosario Genco e Giorgio Macaddino. Sul fronte precari, i sindacati intendono verificare, come si legge in una nota congiunta, “la sussistenza delle condizioni utili ad avviare le procedure per la stabilizzazione del personale dipendente a tempo determinato”, alla luce anche delle novità normative introdotte con la legge regionale 15 del 2014. Nelle intenzioni dei sindacati, l’incontro con l’amministrazione comunale dovrebbe essere propedeutico all’istituzione di un tavolo tecnico “per armonizzare tutti assieme”, prosegue la nota, “un percorso pluriennale diretto alla possibile stabilizzazione del personale precario, divenuto indispensabile per il buon andamento dell’ente e per i servizi da erogare ai cittadini”. Per quanto riguarda il piano di assunzioni, ad attirare, per così dire, l’attenzione di Cgil, Cisl e Uil è la delibera 96 approvata dalla giunta comunale lo scorso 26 giugno. Delibera con la quale l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Nicola Cristaldi, ha predisposto il piano triennale delle assunzioni 2014-2016 e il piano occupazionale per l’anno in corso. Ebbene, i tre sindacati chiedono “la convocazione urgente di un tavolo di concertazione, per discutere sugli intendimenti programmatici che il comune vuole assumere, nel garantire il livello ottimale dei servizi da erogare ai cittadini”.
[fonte Televallo]

'Ndrangheta: processioni sotto controllo, mai più inchini

Indagini su molti riti, ma sindaci respingono accuse contiguità

"Giro di vite" di carabinieri e polizia per evitare che nel corso delle processioni religiose che si svolgono durante il periodo estivo, e non solo, in Calabria, vengano compiuti atti di omaggio nei confronti di esponenti della criminalità, come sarebbe accaduto il 2 luglio scorso ad Oppido Mamertina. I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, come già avevano fatto per il rito svoltosi ad Oppido, hanno posto sotto osservazione numerose processioni e predisposto servizi preventivi di controllo in modo poi da riferire eventuali situazioni "anomale" alla Dda.
Un lavoro che si preannuncia, comunque, tutt'altro che facile considerato il gran numero di manifestazioni religiose che si svolgono nel territorio provinciale. Ma che è, comunque, necessario per stroncare un malcostume che affonda le sue radici nella stessa storia della Calabria e nei rapporti spesso equivoci tra fede e 'ndrangheta. Partendo dal dato emerso da innumerevoli indagini di una fede portata in alcuni casi a forme di estremismo religioso che caratterizza i comportamenti di numerosi boss. Basti pensare ai "santini" ed alle effigi religiose, con tanto di candele ed "altarini" improvvisati, che sono stati trovati in passato nei nascondigli di latitanti anche di primo piano della 'ndrangheta. Anche se la logica sanguinaria che sottintende i comportamenti degli affiliati alle cosche appare del tutto inconciliabile, obiettivamente, col messaggio cristiano e la fede religiosa, quella vera almeno. Il sospetto di molti, comunque, è che "inchini" ed atti di omaggio ai boss durante le processioni religiose si siano sempre fatti in Calabria senza che nessuno abbia battuto ciglio.
Così come sarebbero state sempre accettate le generose offerte di denaro da parte degli esponenti della criminalità per contribuire alle spese per lo svolgimento delle processioni. Così come sarebbe stata sempre ammessa la presenza di "pupilli" dei boss tra i portatori delle statue dei santi. Una situazione per reprimere la quale avrà di sicuro un effetto dirompente la decisione presa nei giorni scorsi, proprio alla luce di quanto sarebbe accaduto ad Oppido Mamertina, dal vescovo di Oppido-Palmi, mons. Francesco Milito, di sospendere a tempo indeterminato lo svolgimento di tutte le processioni nella sua diocesi. I "sospetti" di contiguità e di tolleranza nei confronti di fenomeni che sono comunque inammissibili si diffondono sempre più.
Ed oggi, proprio per respingere ipotesi in questo senso, è intervenuto il sindaco di San Procopio, Eduardo Lamberti Castronuovo, che è anche assessore alla Cultura della Provincia di Reggio Calabria. Lamberti Castronuovo ha scritto al Prefetto, al Comandante provinciale dei carabinieri, al Questore ed ai vescovi di Oppido e Reggio Calabria in merito alla processione svoltasi nel suo paese l'8 luglio scorso. "Proprio perché i fatti di Oppido avevano destato un clamore mediatico da 'strage di Capaci' - ha scritto il primo cittadino di San Procopio - in qualità di sindaco avevo chiesto al comandante della stazione dei carabinieri se ci fossero state controindicazioni o indicazioni dell'Arma per il sereno e legale svolgimento della processione. La risposta è stata chiara ed inequivocabile con la presenza, dall'inizio alla fine, del comandante della Stazione dei carabinieri, coadiuvato da un brigadiere, al mio fianco. Nessun rilievo è stato fatto. Né prima, né dopo".

FONTE: ANSA.

Papa Francesco: "Come Gesù userò il bastone contro i preti pedofili"

Colloquio del Pontefice con Eugenio Scalfari su Repubblica: "La pedofilia è una lebbra che c'è nella Chiesa"

"La corruzione di un fanciullo è quanto di più terribile e immondo si possa immaginare", "la Chiesa lotta perché il vizio sia debellato e l'educazione recuperata. Ma anche noi abbiamo questa lebbra in casa". Lo dice papa Francesco in un colloquio con Eugenio Scalfari che apre la prima pagina di Repubblica, assicurando che affronterà con "la severità che richiede" questo stato di cose.
Il ragionamento del Papa parte dall'educazione, che "sembra quasi aver disertato le famiglie", e questo fenomeno "è una gravissima omissione ma non siamo ancora nel male assoluto", come sono invece "la corruzione, il vizio, le pratiche turpi imposte al bambino e poi praticate".
"Molti miei collaboratori che lottano con me mi rassicurano con dati attendibili che valutano la pedofilia dentro la Chiesa al livello del due per cento", spiega Francesco che lo reputa "gravissimo": vuol dire che "il due per cento di pedofili sono sacerdoti e perfino vescovi e cardinali. E altri, ancor più numerosi, sanno ma tacciono, puniscono ma senza dirne il motivo".
Il Papa sottolinea che quello della pedofilia, assieme alla mafia sono "due principalissime questioni". "La nostra denuncia della mafia - aggiunge al proposito - non sarà fatta una volta tanto ma sarà costante". Poi avverte quelle donne "legate alla mafia da vincoli di parentela" con i mafiosi e che "frequentano assiduamente le chiese dei loro paesi", "pensano che Dio perdoni le orribili malefatte dei loro congiunti?". E sa, che oltre ai mafiosi che fanno la comunione e partecipano ai sacramenti, ci sono "alcuni sacerdoti" che "tendono a sorvolare sul fenomeno mafioso". Sul pentimento nell'ultimo momento dell'esistenza, dice "noi non giudichiamo ma il Signore sa e giudica. La sua misericordia è infinita ma non cadrà mai in trappola. Se il pentimento non è autentico la misericordia non può esercitare il suo ruolo di redenzione".
Infine, il Papa riflette sul celibato per i sacerdoti: "Fu stabilito nel X secolo, cioè 900 anni dopo la morte di nostro Signore. La Chiesa cattolica orientale ha facoltà fin d'ora che i suoi presbiteri si sposino. Il problema certamente esiste ma non è di grande entità. Ci vuole tempo ma le soluzioni ci sono e le troverò". 

FONTE: ANSA.

Gaza su orlo guerra, volantini Israele: 'Evacuate, bombardiamo" popolazione in fuga. Il PUNTO

"Non sappiamo quando l'operazione terminerà, potrà richiedere lungo tempo". Lo ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu

"Chiunque trascuri le istruzioni dell'esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione". E' quanto si legge nei volantini lanciati dall'esercito israeliano sulla zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, con l'avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. "L'operazione dell'esercito - e' scritto - sarà breve".
Tre località situate all'estremità Nord della Striscia - Beit Lahya, a-Atatra e Salatin - si sono trasformate stamane in 'agglomerati fantasma' dopo le minacce israeliane di iniziare presto bombardamenti a tappeto. Fonti locali riferiscono che migliaia di abitanti (alcune stime arrivano fino a 20 mila) hanno abbandonato a precipizio le loro abitazioni e si sono rifugiati in istituti scolastici dell'Unrwa (l'agenzia Onu per i profughi) nella speranza che essi non saranno colpiti da Israele. Queste persone, secondo quanto constatato dall'ANSA sul posto, sono arrivate senza alcun bagaglio. Molte non hanno potuto nemmeno consumare, la scorsa notte, il pasto rituale del Ramadan e di conseguenza sono ancora a digiuno. In tutti regna la apprensione per il fatto che al termine del conflitto resteranno senza tetto. Israele ha spiegato la necessità di evacuare quei rioni perché da là, si afferma, vengono sparati i razzi di Hamas a lunga gittata capaci di colpire non solo Tel Aviv e Gerusalemme ma anche - almeno in teoria - Haifa.
"Non sappiamo quando l'operazione terminerà, potrà richiedere lungo tempo". Lo ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu che - citato dai media ha aggiunto: "continueremo ad operare con forza in modo da riportare la quiete".
Il bilancio aggiornato delle vittime palestinesi a Gaza in una settimana di combattimenti è salito ad ''almeno 165'' morti di cui 33 bambini e adolescenti e 16 donne. Lo riferiscono i servizi medici locali. I feriti sono stimati in 1.085. Lo riferisce la agenzia al-Ray.
Portavoce, oltre 800 razzi su Israele, 160 al giorno
Oltre 800 razzi da Gaza su Israele in cinque giorni: piu' di 160 al giorno. I dati sono stati riferiti dal portavoce militare israeliano secondo cui 635 di questi hanno colpito il sud, il centro e il nord del paese. Altri 147 - ha continuato - sono stati intercettati dal sistema di difesa anti missili Iron Dome.
Una prima breve operazione di terra è stata lanciata la scorsa notte contro un sito di lancio di missili di Hamas nel nord della striscia di Gaza. L'esercito israeliano dà notizia di quattro soldati leggermente feriti. Il blitz è stato effettuato da un commando d'elite della marina. Il braccio armato di Hamas ha confermato che un contingente israeliano ha tentato di sbarcare su una spiaggia e che c'è stato uno scontro a fuoco con combattenti palestinesi.Secondo la radio pubblica israeliana, il blitz è stato effettuato da un commando d'elite della marina. Il braccio armato di Hamas ha confermato che un contingente israeliano ha tentato di sbarcare su una spiaggia e che c'è stato uno scontro a fuoco con combattenti palestinesi. Si tratta della prima incursione terrestre dall'inizio dell'offensiva israeliana.
La prima operazione di terra delle forze israeliane nella Striscia di Gaza è andata a buon fine: lo ha detto un portavoce dell'esercito israeliano, il tenente colonnello Peter Lerner. "Un'operazione delle forze speciali della Marina ha avuto luogo su una spiaggia di Gaza per distruggere un sito per il lancio di missili a lunga gittata. La missione è stata portata a termine", ha spiegato il portavoce. "I membri di un commando sono stati attaccati e hanno risposto. Quattro soldati sono stati leggermente feriti", ha aggiunto.
Un giovane palestinese di 14 anni è rimasto ucciso all'alba nella striscia di Gaza in un raid israeliano. Lo rendono noto i servizi di sicurezza locali. Il ragazzo, Ibrahim al-Najar, sarebbe morto a Jabalya, nel nord della striscia. Secondo la polizia di Gaza, 17 raid avrebbero colpito la regione tra le 4 e le 5 ora locale (le 3 e le 4 ora italiana). Al sesto giorno dei bombardamenti di Israele contro Hamas, il bilancio attuale è di 162 vittime.
Annullato concerto Neil Young a Tel Aviv
"Alla luce degli attacchi di razzi di questi giorni" gli organizzatori hanno annunciato di aver dovuto cancellare il concerto di Neil Young previsto giovedì prossimo a Tel Aviv nel parco Hayarkon. Non si sarebbero potute provvedere "adeguate misure di sicurezza" per la grande affluenza di gente prevista.
LA CRISI, IL PUNTO
Il quinto giorno di guerra con Gaza e' stato un sabato di sangue: mentre continuano a cadere i razzi su Israele, sia a Gerusalemme sia a Tel Aviv, solo oggi nella Striscia ci sono stati almeno 45 morti, compresi donne e bambini. Il bilancio complessivo é così salito a circa 150, con oltre 1000 feriti. Tra i posti colpiti dai raid israeliani ci sarebbe anche - secondo un'agenzia palestinese - un orfanotrofio (ma l'episodio è stato smentito dall'ambasciata israeliana a Roma) e un capannello di gente per strada.
Mentre il raid più pesante è arrivato in serata, con un attacco che secondo i militari israeliani ha preso di mira la casa del capo della polizia di Hamas, ma secondo fonti mediche palestinesi ha centrato una palazzina e una moschea nel centro di Gaza City uccidendo almeno 16 persone. Sembra farsi intanto più concreto lo spettro di un possibile intervento di terra: come anticipato dalla tv Canale 10 e confermato da un portavoce militare, Israele ha indirizzato in queste ore un messaggio di avvertimento alla popolazione di diversi rioni a nord di Gaza intimando di abbandonare le case perché quelle aree si trasformeranno in zona di combattimento.
L'escalation - scandita anche dal lancio di tre razzi verso il nord d'Israele dal Libano - ha spinto la comunità internazionale ad uscire dal guscio: i membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu hanno lanciato un "appello per la de-escalation della situazione" a Gaza, chiedendo "il ripristino della calma e una ripresa del cessate il fuoco del novembre 2012''. L'appello - minore rispetto ad una vera e propria 'risoluzione' che avrebbe visto l'opposizione Usa - esprime "profonda preoccupazione per la crisi in corso a Gaza e per i civili di entrambe le parti". Chiede inoltre "il rispetto del diritto umanitario internazionale, comprese le norme sulla protezione dei civili'' e ribadisce il sostegno ''per la ripresa di negoziati diretti tra israeliani e palestinesi".
I media israeliani gia' stamattina avevano segnalato la presentazione ad Israele ed ad Hamas, da parte dell'Egitto e di uno stato arabo, probabilmente il Qatar, di una bozza di tregua. L'accordo si comporrebbe di due punti: uno sulla sicurezza e l'altro su aspetti socio-economici. La tv israeliana ha anche citato la possibilità di una tregua umanitaria di 12 ore. In serata il giornale Haaretz ha riportato una dichiarazione del portavoce di Hamas Sami Abu-Zuhri secondo cui la fazione islamica deve ancora ricevere ''una concreta offerta'' su un cessate il fuoco. ''Se riceviamo - ha aggiunto - una proposta seria, la studieremo e risponderemo. Per ora le forze della resistenza continuano a combattere l'occupazione''.
L'attenzione al quadro internazionale e al lavorio intenso per favorire un calo della tensione tra le parti, non sposta di un millimetro, per ora, la realta' dei fatti sul campo: l'aviazione israeliana ha colpito complessivamente nella Striscia 1236 volte e 686 sono stati i razzi lanciati da Gaza su Israele (incluso oggi Gerusalemme). Solo oggi, i razzi sono stati 65, diretti verso la parte sud e centrale del paese, a portata di rifugio, salvata solo dall'Iron Dome che li ha intercettati evitando vittime. Razzi lanciati contro Gerusalemme sono finiti 'fuori bersaglio' anche nella Cisgiordania palestinese - nella zona di Hebron e in quella di Betlemme secondo testimoni locali - ma senza conseguenze per le persone.
A Gaza la situazione e' pesantissima con edifici pubblici, case, strutture devastate e il martellamento continuo degli aerei e il ronzio dei droni che non lasciano in pace neppure un istante la popolazione. La rappresentanza palestinese all'Onu ha detto che il 78% dei morti sono civili. La riapertura da parte dell'Egitto del valico di Rafah con Gaza ha consentito oggi di far passare aiuti medici alla popolazione. Ma Israele per tutta la giornata ha continuato a rafforzare la morsa intorno alla Striscia inviando nuove truppe corrazzate. Anche se sul terreno si segnalano solo scaramucce di frontiera: per ora.
Gran Bretagna, Stati Uniti Francia e Germania discuteranno una proposta di cessate il fuoco a Gaza - Lo ha annunciato il ministro degli Esteri britannico William Hague, secondo quanto riporta un tweet di al Arabiya. I colloqui si terranno domenica 13 luglio a Vienna a margine d'una riunione dei 5+1 (Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia, Usa) con Teheran sul nucleare iraniano. "Noi abbiamo bisogno - ha spiegato Hague - di un'azione internazionale urgente e concertata per ottenere un cessate il fuoco, come nel 2012". "Ne parlerò con John Kerry, Laurent Fabious e Frank-Walter Steinmeier a Vienna", ha aggiunto il capo della diplomazia britannica in un comunicato.
P. Chigi, grave escalation, Ue faccia sentire voce - Il governo italiano considera grave e preoccupante la sanguinosa escalation di violenza in corso tra Israele e Hamas. L'Unione Europa faccia sentire la propria voce, unita, per sostenere ogni tentativo di tregua e iniziativa di dialogo per fermare una spirale di odio senza ritorno. Lo afferma Palazzo Chigi. Dopo l'escalation di violenza in Medio Oriente, come presidenza di turno dell'Unione l'Italia è in contatto continuo con i leader europei e chiede che la drammatica situazione mediorientale sia messa al centro del vertice di mercoledì prossimo, convocato per definire gli assetti delle istituzioni europee.
Il film dei quattro giorni di guerra
L'operazione 'Margine Protettivo' lanciata da Israele contro la Strisca di Gaza è arrivata al quarto giorno. Ecco le principali tappe.
MARTEDÌ 8 LUGLIO: nella notte Israele effettua decine di raid aerei su Gaza in risposta al costante lancio di razzi da parte dei militanti di Hamas. Subito dopo richiama 40mila riservisti per una possibile offensiva di terra. E mentre Hamas avverte che "tutti gli israeliani sono obiettivi", il presidente palestinese Abu Mazen chiede ad Israele di fermarsi "immediatamente". La Lega Araba chiede una riunione urgente delle Nazioni Unite. Il segretario cenerale dell'Onu Ban Ki-moon condanna il lancio di razzi. -
MERCOLEDÌ 9 LUGLIO: Continuano i raid. Dalla Striscia vengono lanciati razzi anche su Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa. Dall'inizio delle operazioni sono più di 70 i palestinesi uccisi. Cinquanta razzi cadono in territorio israeliano, due arrivano nei pressi della centrale nucleare di Dimona, senza colpirla. Il sistema Iron Dome ne intercetta 16. Ban Ki-moon esorta il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla moderazione. Abu Mazen accusa Israele di "genocidio".
GIOVEDI 10 LUGLIO: Al terzo giorno dall'inizio dell'operazione "Margine Protettivo" sale il bilancio dei raid e di conseguenza quello delle vittime: sono più di 90 i palestinesi uccisi dai raid israeliani, ben 860, mentre sono 500 i razzi sparati su Israele (senza vittime), di cui oltre 100 intercettati. In apertura della riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza, Ban Ki-moon chiede il cessate il fuoco. Ma Benjamin Netanyahu, fa sapere che questo "non è in agenda", mentre il ministro della Difesa Moshe Yaalon promette: "Continueremo ad attaccare Hamas e altre organizzazioni terroristiche". Intanto l'Egitto apre il valico di Rafah per ricevere i palestinesi feriti. -
VENERDI' 11 LUGLIO: In 24 ore l'aviazione israeliana martella la Striscia con 210 raid. Sono 194 i razzi palestinesi lanciati da Gaza verso Israele: 43 di questi vengono intercettati dal sistema antimissilistico Iron Dome. L'ultimo bilancio, secondo fonti palestinesi, è di oltre 100 morti. I feriti sono più di 500. Hamas annuncia: "siamo pronti a combattere per mesi" e lancia un 'avvertimento' alle linee aeree straniere di sospendere i voli per Tel Aviv.

FONTE: ANSA.

SICILIA: PRIMO OK PROGRAMMA FONDI EUROPEI 2014-2020 PER 7 MILIARDI DI EURO

REGIONE SICILIA. Il governo regionale ha dato il primo via libera ai nuovi Programmi operativi per il 2014­-2020 del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e del Fondo sociale europeo (Fse). I Programmi già presentati dal governatore Rosario Crocetta al partenariato economico e sociale e a tutti i deputati regionali, sono stati discussi in Assemblea regionale siciliana nelle sedute del 17 e 18 giugno.
La decisione della giunta Crocetta propone alla Commissione un programma complessivo di 6 miliardi e 959 milioni di euro, di cui 1 miliardo 230 milioni per il Fse e 5 miliardi e 729 milioni per il Fesr. Il Fondo sociale europeo punterà principalmente sull’istruzione, in particolare sull’alternanza scuola lavoro, sull’apprendistato, sull’incremento delle borse di studio, con particolare attenzione ai disagi cui vanno incontro i giovani delle isole minori e delle aree interne, sui tirocini, sull’orientamento scolastico, universitario e professionale. Inoltre, si punterà sull’incremento dell’occupazione giovanile, riproponendo tutte le azioni del Piano Giovani rivedendone i limiti di età, infine, grande attenzione viene rivolta all’inclusione sociale attraverso misure per i poveri, immigrati e per tutti i soggetti che versano in situazione di disagio sociale.
Il Fondo europeo di sviluppo regionale sostenuto dalla strategia regionale della ricerca punterà, invece, sul binomio inscindibile imprese e legalità, l’innovazione tecnologica, la ricerca, l’agenda digitale, la mobilità sostenibile, la tutela e messa in sicurezza del territorio; l’energia sostenibile a prezzi contenuti per le imprese ed i cittadini, l’efficientamento energetico del patrimonio pubblico a partire dai contenuti dei piani del “Patto dei sindaci”, in particolare nell’edilizia scolastica e sanitaria; ancora, la valorizzazione innovativa del patrimonio culturale siciliano, questa volta mirando ad una maggiore concentrazione e selezione degli interventi da realizzare e, quindi, sostenendo la valorizzazione dei “Grandi attrattori culturali” (ad es. parchi archeologici, poli museali di eccellenza, musei diffusi) ed anche di quelle aree territoriali circoscritte e selezionate, strategicamente in grado di potenziare il livello di attrazione del territorio; ulteriori fondamentali interventi previsti per l’inclusione sociale riguardano investimenti per il recupero di strutture pubbliche per incrementare la disponibilità di alloggi, con la creazione di spazi sociali, ricreativi e culturali per le persone in condizioni di povertà, ma anche il c.d. “social housing” o altre tipologie di abitare assistito, allo scopo di favorire l’inclusione di fasce di popolazione a particolare rischio di marginalità.
Decisa anche la costituzione del Tavolo permanente per il coordinamento tra tutti i Fondi (Fesr, Fse, Feasr, Feamp) per una più efficace azione di integrazione, snellimento delle procedure, trasparenza, complementarietà tra i Fondi per il massimo e più efficiente utilizzo delle risorse.

Fonte: BlogSicilia

Se la mafia fa il giudice del lavoro Scattano due arresti a Gela

Un imprenditore edile si sarebbe rivolto alla mafia per "mettere a tacere" un operaio che gli aveva intentato una causa di lavoro per ingiusto licenziamento

Carmelo Migliore
GELA. Licenzia un dipendente e si rivolge alla mafia per "mettere a tacere" lo stesso ex operaio che intanto gli aveva intentato una causa di lavoro per ingiusto licenziamento. Sarebbe accaduto a Gela dove a finire nell'occhio della magistratura è un noto imprenditore del settore edile. Si tratta di Alberto Cammarata, 44 anni, titolare della Unicam srl, arrestato la scorsa notte insieme con un suo presunto complice, un collaboratore della sua stessa azienda, Carmelo Migliore di 45 anni. La vittima è invece Emanuele Orazio Antonio Granvillano. Secondo quanto ricostruito dalla Polizia, l'imprenditore Cammarata si sarebbe rivolto al gruppo mafioso che fa capo a Giuseppe Alferi per "risolvere", a suo dire, la vicenda lavorativa finita sul tavolo del Tribunale del suo ormai ex dipendente. La vittima, per queste ragioni, subì l'incendio della villa rurale di contrada Cucinella, nella zona del Castelluccio. Il rogo si registrò il 5 dicembre del 2010.
Ad appiccare materialmente l'incendio sarebbe stato Emanuele Cascino, oggi collaboratore di giustizia che ha rivelato i contorni di questa inquietante vicenda, dopo aver ricevuto ordini direttamente da Carmelo Migliore. Quest'ultimo, questa mediazione, avrebbe ricevuto la somma di 800 euro dal suo datore di lavoro, Alberto Cammarata.
Gli investigatori sono riusciti a chiudere il cerchio di questo episodio, grazie ai riscontri emersi dalle dichiarazioni della vittima e dall'ormai pentito Emanuele Cascino, appartenente al sodalizio Alferi di Gela. Dichiarazioni che sono combaciate con quelle rese agli inquirenti dal fratello di Alberto Cammarata, Francesco che nel giugno 2013 denunciò il comportamento sospetto del fratello col quale aveva chiuso ogni rapporto personale e di lavoro.
Le ordinanze sono state emesse da David Salvucci, Gip presso il Tribunale di Caltanissetta su richiesta del Procuratore Onelio Dodero della DDA nissena. A Migliore sono stati concessi i domiciliari. Entrambi dovranno rispondere di tentata estorsione in concorso tra loro e di danneggiamento aggravato da motivi futili. 
Il retroscena. Emanuele Cascino, oggi collaboratore di giustizia, ha rivelato "impressionanti dichiarazioni", così come le definisce la Squadra Mobile di Caltanissetta. Sarebbe infatti emerso che l'uomo, fedelissimo del sodalizio di Alferi, avrebbe bruciato su "ordinazione" più di 80 auto in città. Il sistema era semplice. Il boss del clan Giuseppe Alferi, riceveva le richieste sia da persone comuni che da gruppi malavitosi, in un sistema che funzionava da "vera e propria agenzia di servizi criminali, pronta a commettere dietro ricompensa qualsiasi reato", dopodiché si procedeva ad appiccare il fuoco. Un circuito che ha stretto Gela nella morsa della criminalità sempre più.

FONTE: livesicilia

Importante sentenza in materia di lavoro: Contratto al call center non rinnovato Wind deve assumere due ex precarie

Due 36enni palermitane erano state licenziate nel 2008 dopo un contratto di "somministrazione" part-time presso il call center Wind. I giudici della Corte d'Appello di Palermo hanno deciso: era un lavoro subordinato. E l'azienda di telecomunicazioni dovrà assumerle a tempo indeterminato.

PALERMO. Credevano di avere perso tutto, di dovere rimanere senza un lavoro vivendo all'insegna della disoccupazione o, bene che andasse, del precariato. E invece non si sentiranno più in bilico, perché riprenderanno posto alla stessa scrivania del call center da cui, nel 2008, non era arrivato il rinnovo del contratto. E' quello della Wind che ha sede in via Lanza di Scalea a Palermo, dove Antonella Laura Filippone e Concetta Demma, entrambe di 36 anni, saranno reintegrate a tempo indeterminato. E ancora loro non ci credono.
La felicità ha preso il sopravvento su sei anni di sconforto, durante i quali la lotta per il posto di lavoro si era fatta sempre più ardua. Ma la sentenza  resa dalla sezione Lavoro della Corte d'Appello di Palermo ha riconosciuto che le due ragazze, assistite dagli avvocati Grazia Nadia Emanuele e Massimiliano Cassibba, erano state impiegate in modo illegittimo, tramite contratti di somministrazione part-time di cinque ore, contratti atipici molto diffusi in quegli anni per il personale reclutato dalle agenzie interinali, che in realtà avevano dato vita ad un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato sin dal primo giorno.
Concetta Demma era stata assunta a tempo determinato il 30 gennaio 2006, Antonella Filippone soltanto sei giorni dopo. Da allora, il contratto aveva subito due proroghe, per essere poi rinnovato il 2 novembre 2007, fino a giugno del 2008. Una data dopo la quale le due addette al servizio clienti della nota azienda di telecomunicazioni hanno cominciato a vedere nero. La Wind non le aveva più richiamate. "Eppure - racconta oggi Antonella Filippone - tanti nostri colleghi arrivati dopo di noi venivano nel frattempo reinseriti. Io e Concetta abbiamo atteso per molti mesi che qualcosa cambiasse, ma abbiamo poi deciso di rivolgerci agli avvocati. Vivevamo già in uno stato di incertezza, non potevano toglierci anche il minimo".
In primo grado, il ricorso era stato rigettato, ma la Corte d'Appello ha accolto in toto la richiesta delle due ricorrenti, il quale successo costituisce adesso un precedente importante nel mondo dei lavoratori nei call center, una realtà che coinvolge migliaia di giovani in tutta Italia che adesso potrebbero avere più che una speranza di essere regolarmente assunti. "Questa sentenza - sottolinea l'avvocato Emanuele - consolida un importante principio che condanna il comportamento tenuto negli anni dalle società di grandi dimensioni e dalle multinazionali che hanno fatto ricorso all'utilizzo di contratti di somministrazione e, in senso lato, a forme di reclutamento interinale per aggirare l'obbligo normativo di provvedere alla stipulazione di contratti a tempo indeterminato, che avrebbero comportato fin dall'inizio l'assunzione soprattutto in favore di soggetti giovani disoccupati".
"In pratica - prosegue il legale - crea un importante precedente in materia perché consente a tali soggetti, che sinora sono stati costretti a lavorare ad intermittenza ed in situazione di precariato, di potere adire il giudice del lavoro per ottenere la tutela dei propri diritti, anche a distanza di tempo dalla cessazione del rapporto lavorativo, unilateralmente posto in essere dall'azienda datrice di lavoro". Insomma, la società di telecomunicazioni avrebbe impiegato le due lavoratrici in modo illegittimo, facendo ricorso ai "somministrati" per far fronte a problemi organizzativi, dovuti a un surplus di lavoro, ma senza legare i contratti ad un’esigenza specifica. Un meccanismo smontato dai giudici, la quale decisione fa tagliare, oggi, un traguardo importante alle due ragazze palermitane.
"A 36 anni - dicono - possiamo finalmente dire che le nostre vite sono ad una svolta. Nella nostra città ambire ad un lavoro a tempo indeterminato e quindi stabile, è una vera e propria utopia. Specie quando le parole "precariato" e "disoccupazione" ti accompagnano per tutta la vita. Forse dobbiamo ancora metabolizzare davvero questa vittoria, ma siamo consapevoli del fatto che tutto ciò ci restituisce dignità come lavoratrici e cambierà del tutto la nostra esistenza, la renderà migliore su tutti i fronti. Un successo per il quale ringraziamo di cuore l'avvocato Emanuele, che non si è mai data per vinta. Eravamo tutti increduli, non era scritto da nessuna parte che ce l'avremo fatta, ma lei ha tenuto duro fino a raggiungere uno degli obiettivi più importanti della nostra vita".

FONTE: livesicilia

Immigrata ingannata e costretta a prostituirsi: fermati i due aguzzini

A scoprire la cruda verità due collaboratrici dell'Oim in servizio nel centro dove la ragazza, ancora diciassettenne, era stata ospitata. I due le avevano fatto credere che, una volta estinto il debito del viaggio, la sua vita sarebbe tornata alla normalità

Portata in Italia con la speranza di costruire un futuro migliore, venduta per tremila dollari e costretta a prostituirsi dai suoi aguzzini. I poliziotti della Squadra mobile hanno fermato due nigeriani, O.R. (26 anni) e S.H.R (21 anni), ritenuti responsabili del reato di tratta di persone aggravata in concorso. A portare a galla l'angosciante storia di una ragazza nigeriana, ancora minorenne, sono state due collaboratrici dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, che hanno ascoltato i racconti della vittima e le false promesse fatte dai due connazionali.
L'africana, giunta al porto di Palermo con altri quattro connazionali, è stata ospitata in un centro d'accoglienza. In quel rifugio la diciassettenne ha incontrato due donne dell'Oim che hanno subito notato il malessere della nigeriana. Da lì il racconto fiume che ha messo in luce la cattiveria e la mancanza di scrupoli dei suoi due connazionali. Convinta a denunciare i fatti alla polizia, "la giovane ha raccontato la cruda e triste realtà - spiegano dalla Questura -, vissuta non di rado dalle donne extracomunitaria che, sotto false promesse, finiscono per cadere nella rete di criminali spietati che, già durante i viaggi, le rapiscono e vendono per ridurle in schiavitù".
I due nigeriani, apparsi come "salvatori", la illusero illusa facendole credere di poter trovare per lei un'occupazione come collaboratrice domestica. Ma il sogno fu subito interrotto, quando i connazionali decisero di venderla per tremila dollari alla maitrasse di un bordello. Una storia di sofferenze andata avanti anche dopo una gravidanza, che l'avrebbe costretta ad prostituirsi in un'altra "casa chiusa" per mantenere se stessa e la bambina. I due connazionali avrebbero pagato per lei il prezzo del viaggio, dandole la possibilità di restituire la somma una volta arrivata in Italia. Nel Belpaese, le avevano spiegato, si sarebbe potuta prostituire in alberghi dove alcuni medici controllano lo stato di salute dei clienti.
Per convincerla e rassicurarla le avrebbero anche detto che, una volta estinto il debito da trentamila euro (corrispondente, a loro dire, al prezzo del biglietto), avrebbe potuto smettere di vendere il proprio corpo. Ma così non fu. La ragazza, dopo aver parlato con il personale della Oim, ha compreso che ciò che le era stato promesso non corrispondeva al vero e che l’avevano esclusivamente raggirata. Così, ha trovato la forza ed il coraggio di reagire, ricevendo per tutta risposta numerose minacce. Per gli aguzzini è stata disposta la custodia cautelare i carcere.

FONTE: palermotoday

METANO: Infiltrazioni mafiose, Italgas in amministrazione giudiziaria per 6 mesi

Grazie alla misura preventiva antimafia emessa dal Tribiunale di Palermo, l'organo amministrativo designato dovrà accertare lo "stato di salute" dell'impresa, la quale in passato si sarebbe avvalsa in sub appalto di imprese vicine alla criminalità organizzata

Italgas in amministrazione giudiziaria, notificato provvedimento preventivo antimafia


Tribunale di Palermo - foto di repertorio.
La Società italiana per il gas spa-Italgas spa in amministrazione giudiziaria per sei mesi per consentire verifiche ed eventuale "bonifica". La guardia di finanza ha eseguito il provvedimento preventivo antimafia nei confronti dell'azienda operante nel settore della gestione e dei servizi connessi alla distribuzione del gas metano sul territorio nazionale su disposizione del Tribunale di Palermo. Nei prossimi sei mesi l'organo amministrativo collegiale designato dovrà accertare lo "stato di salute" dell'azienda rispetto a possibili infiltrazioni mafiose. E Snam fa sapere che fornirà la massima collaborazione nelle indagini.
Dalle indagini "è emerso che l’impresa oggetto della misura - spiega la Finanza - avrebbe agevolato imprenditori già sottoposti ad indagini di polizia giudiziaria e misure di prevenzione ai sensi della normativa antimafia, in alcuni casi, consentendo agli stessi di neutralizzare i provvedimenti cautelari inflitti e di continuare a consolidare la propria espansione, in alcune regioni della penisola, nel settore del gas metano". Il provvedimento si collega ad altri emanati lo scorso mese, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di tre importanti realtà imprenditoriali: la Gas natural distribuzione Italia di Acquaviva delle Fonti (Ba), Gas Natural Vendita Italia spa e della Gas Natural Italia, entrambi di San Donato Milanese.
Nel medesimo contesto investigativo, un anno fa la Finanza aveva sequestrato un patrimonio del valore di 50 milioni di euro nei confronti del gruppo imprenditoriale di Palermo che, fra gli anni '80 e '90, ha curato la metanizzazione del territorio siciliano. Le indagini si erano concentrate sulla "genesi del succitato gruppo - si legge in una nota - costituito da Ezio Ruggero Maria Brancato, ex dipendente della Regione Sicilia, successivamente divenuto 'imprenditore', grazie all’investimento di ingenti risorse finanziarie di dubbia provenienza che si è presto sviluppato con la protezione di 'Cosa Nostra' e di appoggi politici – in particolare dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino - arrivando ad ottenere ben 72 concessioni per la metanizzazione della Sicilia e dell’Abruzzo".
Gli approfondimenti investigativi avevano fatto emergere come i lavori di realizzazione della rete del gas siano stati affidati in più occasioni in sub-appalto ad imprese "riconducibili a soggetti con precedenti specifici per mafia e ad altre ritenute 'vicine' alla criminalità organizzata, in una logica di costante e reciproco vantaggio fra il gruppo e l’organizzazione criminale". Sulla base dei riscontri effettuati, nel dicembre 2013, il Tribunale di Palermo aveva disposto un ulteriore sequestro, per un valore di circa 7,6 milioni di euro, di quattro società nei confronti della famiglia di imprenditori Cavallotti di Belmonte Mezzagno.

La sospensione temporanea dell’amministrazione mira, in quest’ottica, a verificare l’idoneità del "sistema immunitario" dell’azienda interessata dall’applicazione del provvedimento a respingere i tentativi di influenza operati dai sodalizi mafiosi, fortificandolo – se possibile – al fine di salvaguardare l’attività imprenditoriale nel suo complesso, i livelli occupazionali, nonché l’indotto economico riferibile ai rapporti con clienti e fornitori.

FONTE: palermotoday