Arrestati dai Carabinieri: rubavano olive su terreni confiscati alla mafia

Prosegue incessante l’attività dei Carabinieri di Partanna nell`ambito dei servizi finalizzati alla repressione dei fenomeni predatori. Nel corso di servizi disposti dal Comando Compagnia Carabinieri di Castelvetrano i militari dell’Arma di Partanna hanno eseguito mirati controlli presso l’area confiscata alla mafia ubicata in c.da seggio luogo ove si erano verificati in passato atti vandalici e danneggiamenti.
Il terreno, di circa 25 ettari, confiscato in quanto appartenente a Sansone Giuseppe e Gaetano prestanomi di Salvatore Riina e stato consegnato dall’agenzia del demanio al Comune di Castelvetrano per scopi sociali.
I militari sorprendevano in flagranza 8 persone attrezzate con scale, reti, cassette e sacchi intente a raccogliere olive e caricarle nelle autovetture parcate tra gli arbusti. Per fare il più in fretta possibile i soggetti si adoperavano strappando o tagliando i rami per privarli in tempi rapidissimi del prezioso frutto.
Il materiale utilizzato per la raccolta e gli attrezzi di taglio sono stati sequestrati mentre i circa 300 kg di olive sono stati restituiti alla cooperativa Rita Atria cui sono stati affidati recentemente gli uliveti dal Comune di Castelvetrano.
Gli otto soggetti di cui 6 provenienti da Mazara del Vallo e due dalla frazione di Marinella di Selinunte sono stati quindi tratti in arresto in flagranza di reato e sottoposti agli arresti domiciliari.
I provvedimenti di arresto sono stati convalidati dal Tribunale di Marsala e gli indagati sottoposti all’obbligo di firma presso il competente ufficio dei carabinieri.
(Fonte comunicato: Carabinieri di Castelvetrano)


IL SENATORE SANTANGELO INTERROGA IL MINISTRO SULLA QUESTIONE DEL DEPURATORE DI MAZARA

Pubblichiamo integralmente l`interrogazione del senatore Maurizio Santangelo del Movimento 5 Stelle. L`atto in questione scaturisce da quanto emerso durante la seduta di Consiglio comunale aperto che si è svolta il 27 ottobre a Mazara del Vallo proprio sul depuratore in C/da Bocca Arena.
Al Ministro dell`ambiente e della tutela del territorio e del mare. 
Premesso che:
il trattamento delle acque reflue urbane è normato dalla direttiva comunitaria 91/271/CEE del 21 maggio 1991 e, ad oggi, l`Italia, non essendo ancora in regola con questa importante normativa, ha subito 2 condanne da parte dell`Unione europea (la più recente è la sentenza della Corte di giustizia del 19 luglio 2012);
essendo risultati inadempienti nei confronti della direttiva, sono stati condannati molti comuni delle regioni Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio, Friuli e Liguria. Le condanne riguardano la mancanza di fognature per le acque reflue urbane, il trattamento depurativo non conforme e/o sono riferite a impianti che non sono progettati in modo da garantire prestazioni sufficienti nelle normali condizioni climatiche locali e affinché la progettazione degli impianti tenga conto delle variazioni stagionali di carico antropico, ad esempio con l`afflusso turistico;
la mancata depurazione delle acque reflue, della messa a norma e della manutenzione dei depuratori, dove presenti, sono tra le principali cause che hanno determinato quei ritardi ventennali in circa novecento comuni italiani che mettono l`Italia all`attenzione della giustizia europea;
soltanto in Sicilia sono stati condannati dalla Corte di Giustizia europea 57 comuni in quanto non hanno adeguato il proprio sistema depurativo; tra questi il Comune di Mazara del Vallo, una città della provincia di Trapani che conta circa 70.000 abitanti su di un territorio di 276 chilometri quadrati dove, dopo oltre vent`anni, soltanto il 13 marzo 2014 è stato inaugurato un impianto di depurazione sito in contrada Bocca Arena;
il suddetto depuratore è ubicato in una zona sopraelevata, e situata a poca distanza dal mare, dove giungeranno le acque depurate attraverso il cosiddetto "pennellone". Oltre all`impianto di Bocca Arena, nei pressi di un`area denominata "Mazara 2" è presente l`impianto di Cartubuleo, una struttura molto piccola che serve circa 3.000 abitanti;
la messa in funzione del depuratore di contrada Bocca Arena, congiuntamente ai lavori per la sistemazione delle fognature comunali, doveva consentire di risolvere in maniera definitiva i problemi legati al sistema fognario cittadino;
la conduttura fognaria posta alle spalle di un rifornimento di carburanti davanti ad un albergo, è probabilmente la causa del fenomeno delle acque rosse che spesso si verifica ed è visibile davanti al lungomare Mazzini nell`area della futura "spiaggia in città";
considerato che:
il Comune di Mazara del Vallo ha ottenuto, con delibera di Giunta n. 1379 dell`11 settembre 2014, da parte dell`Assessorato regionale dell`energia e dei servizi di pubblica utilità - Dipartimento regionale dell`acqua e dei rifiuti, ai sensi e per gli effetti dell`art.40 della legge regionale 15 maggio 1986, n. 27 e dell`art. n. 124 del decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152 e loro successive modificazioni "l`autorizzazione allo scarico, mediante condotta sottomarina di allontanamento con recapito finale nelle acque del Mar Tirreno, delle acque reflue urbane depurate in uscita dall`impianto di depurazione ubicato in C.da Bocca Arena";
detta autorizzazione è vincolata e subordinata all`ottemperanza delle prescrizioni di cui all`art. 2 della citata delibera di Giunta n. 1379 dell`Assessorato regionale dell`energia e dei servizi di pubblica utilità;
l`autorizzazione allo scarico è finalizzata ad accertare l`idoneità del corpo recettore ad assorbire il carico inquinante prodotto dai cicli di depurazione mantenendo la propria capacità auto depurativa e nel contempo a raggiungere un buono stato delle acque superficiali così come previsto dall`allegato 5 alla direttiva 2000/60/CEE del Parlamento europeo;
il provvedimento autorizzativo, da non intendersi come autorizzazione all`esercizio dell`impianto di depurazione, è diretto a rendere vincolanti i limiti di accettabilità individuati nello stesso e, conseguentemente, nei casi in cui la qualità dell`effluente scaricato nel corpo ricettore non sia conforme ai limiti autorizzati, il gestore dell`impianto sarà soggetto alle sanzioni di cui al titolo V, della parte III del decreto legislativo n. 152 del 2006;
considerato inoltre che:
le gravi carenze del sistema di depurazione della Sicilia sono state confermate nel 2012 dal dato Istat che pone la Regione al primo posto in Italia per l`insufficienza depurativa. I dati dimostrano che con il 47,3 per cento di adeguata copertura le carenze del sistema non solo danneggiano ambiente e salute, ma comportano per il nostro Paese il pagamento di sanzioni che inevitabilmente ricadono sui cittadini;
i cittadini mazaresi, come riportato dagli organi di stampa locale, da tempo lamentano numerose anomalie degli scarichi a mare e nel fiume Mazaro, probabilmente addebitabili ad un mal funzionamento della rete fognaria;
presupposto essenziale per il rilascio dell`autorizzazione allo scarico delle acque reflue è che l`impianto sia stato ultimato e collaudato secondo le previsioni del Programma attuativo della rete fognante nonché sia agibile per lo svolgimento dei controlli;
a parere degli interroganti accertarsi del corretto funzionamento dell`impianto fognario e di depurazione è doveroso nei confronti dei cittadini in primis ed è necessario nel rispetto della salute pubblica e dell`ambiente. A tal proposito lo scorso 27 ottobre 2014, presso il Consiglio comunale di Mazara del Vallo, si è svolta una seduta aperta del Consiglio comunale con la partecipazione della cittadinanza,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
se non ritenga, nell`ambito delle proprie competenze, di dover verificare con l`amministrazione coinvolta se il citato depuratore sia stato messo in funzione dopo regolare collaudo e verifica dei parametri prescritti dalle normative vigenti, in particolare dalla direttiva 2000/60/CEE del Parlamento europeo, e nel rispetto del "principio di precauzione", al fine di salvaguardare l`area dall`inquinamento delle falde acquifere e dall`inquinamento del mare con le conseguenti ripercussioni sul turismo, e soprattutto, per la salute dei cittadini.
Atto n. 4-02928
Pubblicato il 30 ottobre 2014, nella seduta n. 344

IL CENTRO STUDI LA VOCE SCRIVE A CROCETTA ESPRIMENDO SODDISFAZIONE PER LA NOMINA DI SONIA ALFANO ALLA BELICE AMBIENTE

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera inviata dal presidente del Centro studi La Voce" al Presidente della Regione On.le Rosario Crocetta; epc All’Ass.re Reg.le all’Energia Palermo; Agli Organi di stampa
Prot. N. 32 del 31/10/2014
Oggetto: Riscontro interrogazione dell’On.le Panepinto del PD, sulla nomina a      commissario della Belice Ambiente ATO-TP2 dell’On.le Sonia Alfano.
Egregio Presidente,
il Centro Studi “La Voce” con sede in Mazara del Vallo nella Via Salemi n. 147, ha seguito nel tempo l’attività gestionale in house della Belice Ambiente ATO-TP2, società interamente partecipata da n. 11 Comuni del trapanese, denunciando all’opinione pubblica e alle autorità di ogni genere, ivi comprese Procure e Corte dei Conti, la gestione scellerata, senza alcun controllo delle Istituzioni: i Sindaci soci ai quali spettavano i compiti e le responsabilità derivanti dal Controllo Analogo, e l’Agenzia Regionale Rifiuti e Acque con i suoi compiti di vigilanza non interamente esercitati.
Dopo una gestione basata sul malaffare affidata inizialmente ad un esponente del PD di Mazara del Vallo sponsorizzato, per inciso, dall’ex Sindaco Giorgio Macaddino del PD e successivamente a vari amministratori e commissari, finalmente è arrivata una persona, l’On.le Sonia Alfano, che sin dal suo insediamento ha dato segnali concreti di buona gestione, cosa che non si può dire abbiano fatto i precedenti Amministratori, compresi i Commissari regionali che l’hanno preceduta.
Egregio Presidente, ai cittadini non interessano le eccezioni di incompatibilità tra l’incarico di Commissario della Belice Ambiente ATO-TP2 ed il ruolo ricoperto in un recente passato dall’On.le Sonia Alfano; ai cittadini interessa una gestione trasparente e sana senza sprechi e clientele, che l’Onle Alfano può garantirci, avendone i cittadini verificato già dai primi atti l’atteggiamento rigoroso e determinato.
Cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti
Mazara del Vallo, 31 ottobre 2014                     
 Centro Studi “La Voce”
Il Presidente
geom. Girolamo Pipitone

CULTURAMarsala. Successo per l’iniziativa solidale “Aiutaci a crescere. Regalaci un libro”

CULTURAMarsala. Successo per l’iniziativa solidale “Aiutaci a crescere. Regalaci un libro”

Si è svolta stamani nei locali della sala conferenze della Biblioteca comunale la cerimonia di donazione alle scuole dell’obbligo della Città (circoli didattici, medie e istituti comprensivi) del progetto “Aiutaci a Crescere. Dona un libro”, promosso a livello nazionale dalle Librerie “Giunti al Punto” e a Marsala dalla filiale di via XI Maggio.
L’iniziativa che si è avvalsa della collaborazione del settore attività culturali del Comune diretto da Giuseppe Fazio ha visto stamani la partecipazione, oltre dello stesso dirigente, anche del Capo della Polizia Municipale Vincenzo Menfi, presente anche nella veste di presidente del Lions, del titolare della libreria “Giunti al Punto” di Marsala Pietro Pellegrino e di Milena Cudia, responsabile della Biblioteca comunale che ha coordinato i lavori. Alla cerimonia hanno presenziato anche il presidente del Rotary Riccardo Lembo, i rappresentanti delle ditte che hanno sponsorizzato l’iniziativa: Donna Fugata, Cantine Martinez, Cantine Pellegrino, Ottica Polaris e Zicaffé; nonché i dirigenti scolastici che hanno ricevuto le donazioni di libri e tantissimi giovani alunni della scuola dell’obbligo. A portare il saluto del Commissario Straordinario Giovanni Bologna, assente per altri inderogabili impegni istituzionali, è stato il dottor Fazio. L’Amministrazione Comunale anche quest’anno ha aderito e partecipato attivamente alla iniziativa tramite la Biblioteca Comunale, che oltre ad occuparsi dell’aspetto informativo e divulgativo, è stata incaricata di prendere in consegna i libri donati da cittadini e sponsor, e procedere equamente alla distribuzione ed alla consegna degli stessi agli istituti scolastici cittadini che così avranno modo di incrementare il loro patrimonio librario. In particolare destinatari della lodevole iniziativa sono stati 6 Istituti comprensivi, 4 Circoli didattici e la Scuola Media Statale “Giuseppe Mazzini”. Le opere donate sono volumi di fiabe, racconti, romanzi, classici per ragazzi anche in lingua inglese, nonché dizionari e pubblicazioni di approfondimento dei vari ambiti disciplinari. Il progetto che intende sensibilizzare alla lettura, ha riscosso un notevole successo, registrando una partecipazione particolarmente significativa. Sono stati, infatti, acquistati circa 546 volumi per un importo complessivo considerevole (Euro 5.580,00).
La cerimonia di assegnazione si è svolta oggi, una delle giornate che la scuola dedica alla lettura. Da notare che Marsala è stata la prima città in campo nazionale come numero di donazioni.

Nino Guercio
Capo Ufficio Stampa

Perso definitivamente a Mazara l'Ufficio del Giudice di Pace


Dal Ministero della Giustizia, dopo quasi un anno, per legge, sono stati riaperti gli Uffici del Giudice di Pace nei Comuni di Ostia e Barra, non più grandi di Mazara. Comuni che, con pazienza e tenacia hanno saputo sostenere la richiesta, dalla quale hanno avuto ragione, per i Giudici di Pace nella loro Città.

Il Duemila punta gli occhi nel contesto nel quale il Comune di Mazara è andato invece in corto circuito nel tentativo di ripristino dell’Ufficio del Giudice di Pace. La confusione è stata grande sotto il cielo di Mazara. E si è sbagliato, nonostante i dati sensibili di processi civili e penali, fossero notevoli e soddisfacenti.

A vaglio del Ministero della Giustizia, la credibilità di Mazara del Vallo è risultata fragile e debole per carenza e ritardo nella impostazione della richiesta e disinteresse successivo. Il Comune non ha saputo o voluto mettere in gioco, possibilità e volontà ovviamente, per il ripristino del Giudice di Pace a Mazara.

Vane e inascoltate le voci di disappunto e di protesta di avvocati e della cittadinanza per il disagio e aumento di costi di giustizia conseguenti. A Mazara la chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace si è aggiunta pesantemente alla abolizione del Tribunale distaccato (ex Pretura), e i locali moderni comunali rimangono abbandonati in via Toniolo.

Nella ricerca della identità perduta, sottolinea la presidenza de Il Duemila la buona organizzazione territoriale della giustizia (fattore prioritario della legalità) è qualità di vita e scelta di civiltà di città vivibili nel mondo contemporaneo. Ci fa rialzare la testa e recuperare fiducia

Il Duemila

Scontri tra operai e polizia. Landini: 'Mai sentito Renzi'

Momenti di tensione e  scontri a Roma tra la polizia e le centinaia di operai dell'Acciaieria di Terni che manifestavano contro il piano industriale di ThyssenKrupp. I dimostranti hanno denunciato di essere stati manganellati,quattro operai sono stati soccorsi, due sono in ospedale con ferite alla testa. Maurizio Landini, segretario Fiom, che era nel corteo, ha confermato: 'Appena siamo partiti, siamo stati caricati senza alcuna motivazione - ha detto Landini - Anch'io ho preso le botte dai poliziotti. Ci hanno menato, non siamo delinquenti. Ma non finisce qui'.

Colloquio Landini-Renzi, è giallo
Una lunga telefonata con il ministro Angelino Alfano e un'altra con Maurizio Landini: Matteo Renzi avrebbe seguito gli sviluppi della manifestazione Ast, chiedendo sia si avere un'analisi dettagliata degli scontri "per accertare le responsabilità". Sia di "abbassare i toni" per evitare che una crisi industriale possa provocare lacerazioni.

Abbiamo avuto contatti con il sottosegretario Delrio, e attraverso di lui con il ministro dell'Industria: non abbiamo avuto contatti con altri". Così il segretario della Fiom, Maurizio Landini, uscendo dal Viminale dopo l'incontro con il ministro dell'Interno Angelino Alfano, nega che oggi ci siano state telefonate con Matteo Renzi.

Fonti di Palazzo Chigi confermano che il premier Matteo Renzi ed il leader Fiom Maurizio Landini si sono sentiti oggi per telefono. Per la precisione, sostengono le stesse fonti, Landini ha chiamato Renzi, senza ottenere risposta, alle 16.25. Renzi ha poi risposto, tramite centralino, alle 17.19.

La Questura di Roma fa sapere che gli operai "volevano andare verso la stazione Termini e occupare lo scalo romano, hanno forzato il cordone delle forze di polizia e per questo c'è stata una carica di contenimento.  Nel tentativo di creare un corteo non autorizzato verso la Stazione Termini sono stati tirati oggetti contro le forze dell'ordine e un funzionario e tre agenti di polizia sono rimasti feriti". 

Matteo Renzi ha seguito gli sviluppi della manifestazione Ast e sentito sia il ministro Angelino Alfano sia Maurizio Landini, chiedendo all'uno di avere un'analisi dettagliata degli scontri "per accertare le responsabilità" e all'altro di "abbassare i toni" per evitare che una crisi industriale possa provocare lacerazioni.

Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, si è detta "dispiaciuta e rammaricata"per gli scontri e assicaurato che "il Governo entro stasera farà fatte tutte le verifiche ed è pronto a prendere anche eventuali misure". "Esprimo l'auspicio - ha concluso - che sia un caso unico, irripetibile. Episodi del genere non devono capitare".
"Hanno caricato i lavoratori, tre sono in ospedale" raccontato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. "Siamo partiti in corteo e ci hanno menato. Ero davanti a prenderle anche io. Non siamo delinquenti, non si mena chi è in piazza a difendere i lavoratori".Una delegazione di sindacalisti nazionali e dell'Ast di Terni è poi salita nel ministro dello Sviluppo Economico per un incontro con il ministro Federica Guidi. 
Alla fine dell'incontro, Landini ha fatto sapere che "il governo si è impegnato a chiarire cosa è successo in Piazza Indipendenza". Era presente il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico che, secondo quanto riferito da Landini, ha detto di aver aperto un'inchiesta e il ministro Alfano e il capo della polizia convocheranno i sindacati. "Non è il primo episodio, serve chiarezza" ha spiegato Landini. "Riteniamo necessario - ha aggiunto Landini - che si chieda scusa ai lavoratori di Terni per quello che è successo oggi". Landini ha poi spiegato: "Non chiediamo le dimissioni da nessuno ma senz'altro che sia fatta chiarezza. Non siamo più disponibili a tollerare che i lavoratori siano caricati, probabilmente sono ordini. La polizia non può andare come se ci fossero dei delinquenti". Secondo fonti sindacali il bilancio degli scontri è di cinque feriti, che sono andati in ospedale, e dieci contusi, tra questi anche il segretario nazionale Fiom, Rosario Rappa, e il coordinatore Fiom, Gianni Venturi.

Il sottosegretario Graziano Delrio che ha sentito al telefono Maurizio Landini, durante l'incontro del ministro Guidi con la delegazione Ast. "Il Governo - ha detto Delrio - continua a essere impegnato nell'affrontare la crisi di Ast Terni ed effettuerà una puntuale verifica per quanto accaduto oggi con il ferimento di alcuni operai". 

Il segretario Cgil, Susanna Camusso,  ha inviato "un abbraccio e solidarietà ai lavoratori e i dirigenti sindacali caricati dalla Polizia'' e annunciato che sta andando a trovare i lavoratori feriti in ospedale.
"Oggi è successo un fatto grave e inaccettabile" scrive il leader della Uil, Luigi Angeletti. "I lavoratori della AST di Terni che hanno manifestato davanti al consolato tedesco, in Piazza Indipendenza, sono stati, improvvisamente e senza motivo, caricati dalla polizia. È questa la cifra della politica di attacco ai Sindacati? In piazza c'erano solo lavoratori e non sindacalisti. Le forze dell'ordine non devono alimentare il disordine. Il Governo deve intervenire e risponderne, perché episodi del genere non possono passare sotto silenzio"
I deputati di Sel hanno esposto nell'Aula della Camera cartelli con la scritta "Alfano dimettiti" alla fine dell'intervento di Ciccio Ferrara sull'informativa del ministro Federica Guidi sulla vertenza Ast di Terni. Sel ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro dell'Interno. "La questura - ha affermato Ferrara - ha detto falsità: Non è vero che i lavoratori volevano occupare la stazione Termini ma volevano essere ricevuti dal ministro Guidi".
Fonte: Ansa

Il Movimento 5 Stelle torna in modo deciso sul depuratore

Lunedì 27 Ottobre si è tenuto un Consiglio Comunale aperto in merito alla questione sul depuratore. Diverse le personalità politiche e non ospiti in aula, dal Senatore Maurizio Santangelo, ai deputati regionali Sergio Tancredi e Giampiero Trizzino, quest’ultimo Presidente della Commissione Ambiente dell’Assemblea Regionale Siciliana. Inoltre è stato presente in rappresentanza dell’ARPA il dott. Carrubba, e gli ingegneri progettisti dell’impianto.
Nel corso della seduta richiesta dal Consigliere Nicolò La Grutta, rappresentante del Movimento 5 Stelle e grazie anche alla sua opera di approfondimento sulla questione, si è venuti a conoscenza della mancanza di autorizzazioni da parte dell’Amministrazione che nonostante tutto ha inaugurato l’impianto nel Marzo del 2014. Con il successivo intervento del dott. Carrubba, si è venuti a conoscenza che l’impianto di depurazione risulta non a pieno regime, a causa del mancato utilizzo della vasca primaria di ossidazione risultante incompleta.
Il dott. Carrubba ha anche evidenziato la non puntuale disinfezione riscontrata, ed anche altre criticità.
Durante il corso del Consiglio sono intervenuti diversi rappresentanti di associazioni cittadine, il signor Stella, il signor Giglio e il signor Pipitone, che hanno manifestato i disagi causati alla popolazione a causa dell’impianto di depurazione e dalle fastidiose esalazioni emesse dallo stesso, ed è stata fatta una cronistoria delle vicende che hanno portato al completamento di un impianto i cui lavori per la realizzazione hanno avuto inizio alla fine degli anni 80.
Sulla questione sono intervenuti anche i deputati Tancredi e Trizzino, nonché il Senatore Santangelo che ha comunicato che si interesserà della questione con un’interrogazione al Senato della Repubblica.
Per l’Amministrazione comunale hanno risposto il dirigente del 3 settore e gli ingegneri che hanno lavorato alla realizzazione dell’impianto stesso.
Al termine della seduta è emersa la volontà di approfondire e risolvere tutte le criticità riscontrate.
Il Presidente del Consiglio comunale su richiesta sia del portavoce al Senato Santangelo, sia su sollecitazione dei consiglieri e dei rappresentanti dei cittadini, ha stabilito che il verbale della seduta del 27 Ottobre verrà trasmesso alla Procura per eventuali accertamenti.
Il consigliere La Grutta da parte sua ha comunicato, a fine seduta, al Consiglio ed alla città tutta che redigerà (insieme a chi lo volesse) e presenterà una mozione al fine di impegnare l’Amministrazione comunale a
1)     porre soluzione celermente alle criticità riscontrate e segnalate dall’Arpa;
2)     pubblicare sul sito del comune i dati relativi alle analisi (sia quelli in autocontrollo da chi gestisce l’impianto, sia quelli forniti dall’Arpa);
3)     verificare come poter alleviare i disagi subiti dai cittadini, magari valutando la possibilità di attuare una defiscalizzazione per i residenti nella contrada Bocca Arena e dintorni dal periodo di “attivazione” del depuratore fino a fine anno(così come proposto dal consigliere Safina);
4)     valutare e verificare la possibilità di costruire ed allocare in futuro, in un posto idoneo, un altro impianto di depurazione dotato di tecnologia di ultima generazione, al servizio della rete fognaria e di tutte le utenze non ancora collegate ad un impianto di depurazione.
“Collaborare al fine di preservare la salute pubblica, l’equilibrio ambientale, le condizioni di vivibilità del territorio, la qualità dell’aria e la salubrità del mare e delle risorse idriche certamente è intendimento comune a tutti – afferma il portavoce La Grutta – e tutti, nessuno escluso, si ha l’obbligo di far la propria parte affinché si renda alle generazioni future un territorio in ottimo stato di salute, poiché tutti dobbiamo ritenere che l’ambiente in cui viviamo non è da considerarsi di nostra proprietà, piuttosto lo abbiamo ricevuto in prestito dai nostri figli, dai nostri nipoti e da chi verrà dopo. Spero che tutti comprendano il prima possibile il valore e l’importanza di questi concetti e di questi valori, lo spero.”
Gli AttiVisti del M5S di Mazara del Vallo

Trapani. Martedì 28, sottoscrizione Protocollo di Legalità tra Prefettura e Confindustria Trapani

Martedì 28 Ottobre, alle ore 10.00, il Prefetto, Leopoldo Falco e il Presidente di Confindustria Trapani, Gregorio Bongiorno – alla presenza del Presidente Regionale di Confindustria Sicilia, Antonello Montante – sottoscriveranno il Protocollo di Legalità. Tale protocollo ha come obiettivo il contrasto delle infiltrazioni criminali nel settore dei contratti di lavori, servizi e forniture, pubblici e privati. 
Il documento è frutto del percorso avviato nel 2007 da Confindustria Sicilia, all’interno del suo Codice Etico, e assunto come principio nazionale con Delibera del 28 gennaio 2010. Si tratta di un principio che porterebbe le imprese italiane ad assicurare comportamenti di legalità e di correttezza.
L’impegno della Prefettura di Trapani e di Confindustria Trapani – nell’ottica degli impegni assunti dal Ministero dell’Interno e dalla Organizzazione Nazionale di Confindustria – mira a garantire condizioni favorevoli al “fare buona impresa”, e a rafforzare l’azione di tutela della legalità e della sicurezza nel nostro territorio provinciale.
Il Protocollo prevede anche la gestione – da parte di Confindustria Trapani – dei rapporti e dei flussi dei dati delle imprese associate aderenti ed ai loro partners, nonché la trasmissione delle relative richieste alla Prefettura.
L’accordo avrà una durata biennale, con possibilità di rinnovo.

SCATTA L’OBBLIGO DEFIBRILLATORE NELLE SOCIETÀ SPORTIVE

Tutte le società sportive, sia quelle professionistiche che quelle dilettantistiche, dovranno dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Lo prevede il decreto firmato dal Ministro della Salute, Renato Balduzzi, di concerto con il Ministro per lo Sport, Piero Gnudi.

Il decreto riguarda la “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita”. Dall’obbligo di defibrillatore sono escluse le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio. 
ECCO COME PER ADEGUARSI – Le società dilettantistiche hanno 30 mesi di tempo per adeguarsi, quelle professionistiche 6 mesi. Gli oneri sono a carico delle società, ma queste possono associarsi se operano nello stesso impianto sportivo, oppure possono accordarsi con i gestori degli impianti perchè siano questi a farsene carico. 
LINEE GUIDA - Il decreto ministeriale contiene linee guida dettagliate sulla dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori. Dovrà essere presente personale formato e pronto a intervenire e il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante. 
I corsi di formazione sono effettuati dai Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni. 
I CERTIFICATI MEDICI - Il decreto riforma anche la disciplina dei controlli e dei certificati medici: i soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni, che praticano attività amatoriale (ovvero non regolamentata da organismi sportivi e non occasionale) devono sottoporsi a controlli medici periodici secondo indicazioni precise. 
Gli uomini fino a 55 anni e le donne fino ai 65, senza evidenti patologie e fattori di rischio, potranno essere visitati da un qualunque medico abilitato alla professione e il certificato avrà valenza biennale. 
I soggetti che riportano almeno due delle seguenti condizioni:
età superiore ai 55 anni per gli uomini e ai 65 per le donne, 
ipertensione arteriosa, elevata pressione arteriosa differenziale nell’anziano, 
l’essere fumatori, 
ipercolesteloremia, ipertrigliceridemia, 
glicemia alterata a digiuno o ridotta tolleranza ai carboidrati o diabete di tipo II compensato, 
obesità addominale, 
familiarità per patologie cardiovascolari, 
altri fattori di rischio a giudizio del medico, dovranno essere visitati da un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico dello sport, che dovranno effettuale un elettrocardiogramma a riposo e eventualmente altri esami necessario secondo il giudizio clinico. 
RINNOVO ANNUALE – Il certificato dovrà essere rinnovato ogni anno. I soggetti con patologie croniche conclamate diagnosticate dovranno ricorrere a un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta, un medico dello sport o allo specialista di branca, che effettuerà esami e consulenze specifiche e rilascerà a proprio giudizio un certificato annuale o a valenza anche inferiore all’anno. 
GLI STUDENTI SPORTIVI - Gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dalle scuole nell’ambito delle attività parascolastiche, i partecipanti ai giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale e le persone che svolgono attività organizzate dal Coni o da società affiliate alle Federazioni o agli Enti di promozione sportiva che non siano considerati atleti agonisti devono sottoporsi a un controllo medico annuale effettuato da un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico dello sport. 
IL CONTROLLO MEDICO SPORTIVO – La visita dovrà prevedere la misurazione della pressione arteriosa e un elettrocardiogramma a riposo. Regole più stringenti sono previste per chi partecipa ad attività ad elevato impegno cardiovascolare come manifestazioni podistiche oltre i 20 km o le gran fondo di ciclismo, nuoto o sci: in questo caso verranno effettuati accertamenti supplementari. 
SPORT E SALUTE – Il decreto prevede anche una attenzione educativa sul tema: i Ministeri della Salute e dello Sport e il Coni promuoveranno annualmente una campagna di comunicazione sullo sport in sicurezza, alla quale potranno collaborare anche le società scientifiche di settore.
fonte:tg1online

Rifondazione in piazza coi sindacati e i lavoratori, contro il governo di Margaret Renzi!

di Roberta Fantozzi e Paolo Ferrero -
Contro le politiche neoliberiste del governo di Margaret Renzi che sta demolendo quel che era rimasto dell’articolo 18, precarizzando definitivamente il lavoro e la vita delle persone, attaccando il welfare, la scuola pubblica, la Costituzione, va costruito un grande movimento di lotta, un autunno caldo! Per questo sosteniamo lo sciopero e le manifestazioni dell’Usb del 24 e saremo in piazza sabato 25 ottobre alla manifestazione nazionale della Cgil ed invitiamo i lavoratori e le lavoratrici a fare altrettanto. Saremo in tante e tanti, ne siamo certi, convinti che Renzi e la sua politica non fanno altro che peggiorare la crisi economica e portare alla barbarie sociale.

Canone addio, dal 2015 arriva un'altra imposta: tutte le famiglie saranno costrette a sborsare tra 35 e 80 euro

Un «contributo», nemmeno più un «canone Rai», più basso per tutti ma dovuto da tutte le famiglie, anche da chi in casa non ha tv, né radio, né internet, e usa solo carta, penna e telefono. Le slide sono già pronte, con le simulazione di quel che entrerà alla Rai, e di quel che pagheranno gli italiani con il nuovo sistema di finanziamento del servizio pubblico messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico (Mise), nella persona del sottosegretario Giacomelli. Si attende solo il via libera del premier Renzi (che potrà così annunciare: «Abbassiamo il canone Rai», ben consapevole che si tratta dell'imposta più odiata dagli italiani), e la decisione se farlo passare come decreto legge, sempre che il Quirinale ne riconosca il carattere di urgenza, quella cioè di vararlo entro dicembre, prima che partano i bollettini del «vecchio» canone 2015.
Cosa cambierà? Molto, se non tutto. Intanto le cifre. Il nuovo canone, che il ministero non chiama più così ma «contributo al servizio pubblico radio-tv», sarà molto più basso. Si pensa ad una forbice tra i 35 e gli 80 euro, a seconda delle capacità di spesa dei nuclei famigliari (calcolata sul reddito, ma anche sui consumi e altre variabili). Nessuna famiglia, dunque, nemmeno le più ricche, pagherà più di cento euro per finanziare il servizio pubblico radio-tv, e molte pagheranno parecchio di meno, fino ad un terzo rispetto agli attuali 113,50 euro del canone Rai (mentre si studia un'esenzione per le famiglie con soglie di reddito minime). Fin qui tutte notizie positive.
Ma l'altro aspetto difficilmente farà contenti molti contribuenti, quelli ad esempio che hanno fatto disdetta del canone Rai, quelli che non lo pagano perché non posseggono televisori né apparecchi «atti alla ricezione del servizio radio televisivo» (quasi tutti evasori secondo i calcoli governativi, visto che il 98% delle case, dicono le indagini, ha un tv in casa). Ebbene, anche loro, col nuovo sistema che potrebbe entrare in vigore già dal 2015, dovranno pagare il contributo alla Rai, pensato in verità come contributo generico al servizio pubblico, quindi in teoria e in misura parziale, se si riuscirà, anche alle tv locali.
Si rottama insomma il cardine della vecchia legge sul canone Rai, che vincola l'obbligo del pagamento al reale possesso (tutto da accertare, impresa impossibile di fatto, come lamenta a Mix24 il direttore dell'Agenzia delle entrate Rossella Orlandi) di un televisore in salotto, e trasforma l'obolo in un contributo strutturale delle famiglie al servizio pubblico, un servizio che lo Stato offre e che i contribuenti finanziano. La stessa legge, che si articola in una riforma radicale della Rai, prevede anche che le risorse affidate a Viale Mazzini siano effettivamente usate per svolgere il servizio pubblico, e su questo vigilerà un nuovo organo ad hoc. Scompaiono quindi anche i bollettini di pagamento della Rai, si vocifera che l'importo verrà pagato insieme alle tasse, forse con un F24, di certo Viale Mazzini non seguirà più direttamente la riscossione del tributo (a proposito, che fine faranno i dipendenti della direzione canone Rai?). Le simulazioni del Mise garantiscono un gettito di 1,8 miliardi di euro, quello che entra attualmente alla Rai dal canone, ma recuperando tutta l'attuale evasione, stimata nel 27%. In più si potrà giocare su un extragettito preso dalle lotterie, che però varrà qualche decina di milioni d'euro, non di più. Pagare meno, pagare tutti. I rumors da Viale Mazzini però non trasmettono grande euforia dai vertici Rai. Sia il dg Gubitosi che la presidente Tarantola in ogni occasione ribadiscono che il canone Rai è un'eccezione in Europa perché è il più basso di tutti. Abbassarlo, e di tanto, suscita perplessità. Anche perché nella legge di Stabilità è previsto un prelievo statale del 5% su quel gettito, un'idea partorita dal Tesoro indipendentemente dal Mise. E che sta già terremotando Viale Mazzini. L'assemblea dei giornalisti esprime «grave preoccupazione per il nuovo taglio al servizio pubblico» e prepara una diffida ai vertici Rai per costringerli ad adire le vie legali. Cosa che il consigliere Antonio Verro è già intenzionato a fare: «Nel prossimo Cda chiederò formalmente che i consiglieri si esprimano con un voto sull'opportunità di procedere in sede giudiziaria a tutela del patrimonio aziendale». E come non pensare ai 150 milioni di euro già chiesti dal governo alla Rai. Insomma, il fronte già aperto tra Renzi e la Rai rischia di diventare ancora più caldo. «Una riforma radicale del canone - dice il sottosegretario Giovannelli - che introduca equità e dia certezze e risorse, e che sia vissuta in modo meno negativo dai cittadini». Forse non da tutti.

NELLA NOTTE TRA SABATO 25 E DOMENICA 26 TORNA L'ORA SOLARE. LANCETTE INDIETRO DI 1 ORA

È l’appuntamento fisso dell’ultima domenica di ottobre, il ritorno dell’ora solare. Resterà fino alla fine di marzo, nella notte fra sabato 25 e domenica 26 ottobre, alle 3.00 della notte le lancette dell’orologio si spostano un’ora indietro, diventando magicamente nuovamente le 2.00
Ma che effetto fa sul mostro corpo tale cambio?
Si dorme un’ora di più nella notte fra sabato e domenica. Il cambio è sempre notturno perché è l’orario in cui il cambio crea meno disagi. Le giornate successive invece sembrano più corte, con un’ora di luce in meno la sera. Effettivamente è quanto risulta naturale secondo l’orario astronomico, anche se il corpo manifesta nervosismo col venir meno delle ore di luce naturale.
Il cambio fra ora solare e legale esiste per legge dal 1997 ci sono 7 mesi di ora legale, da aprile a ottobre, e 5 di ora solare, da novembre a marzo. Le date di cambio sono l’ultima domenica di ottobre e l’ultima di marzo.
Quando si torna all’ora legale?
Nella notte fra sabato 28 e domenica 29 marzo.

PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA DEL TAR SICILIA CHE HA RIGETTATO IL RICORSO DI OTTO CANDIDATI AL CONSIGLIO COMUNALE DELLE SCORSE AMMINISTRATIVE 2014 DI MAZARA.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia

(Sezione Seconda)

ha pronunciato il presente

DISPOSITIVO DI SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2003 del 2014, proposto da:

Pietro Marino, Reina Michele, Grillo Valentina, Luppino Domenico, Roselli Patrizia, Colicchia Antonio, Quinci Maria, Sciacca Antonino, rappresentati e difesi dagli avv. Serena Caradonna, Carlo Comande`, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Carlo Comande` sito in Palermo, via N. Morello N.40;

contro

Comune di Mazara del Vallo , non costituito in giudizio;

Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato dall`Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo, domiciliataria per legge con uffici siti in Palermo, via A. De Gasperi 81;

nei confronti di nei confronti di Vito Vassallo, Pietro Ingargiola, Vito Gancitano, Stefania Marascia, rappresentati e difesi dall`avv. Walter Marino, con domicilio eletto presso lostudio dell’avv. Giuseppe Abbagnato sito in Palermo, via Terrasanta N. 7;

Giuseppe Giacalone, rappresentato e difeso dall`avv. Gaetano Armao, presso il cui studio ha eletto domicilio in Palermo, via Noto 12;

Pasqua Spagnolo, Joselita D`Annibale, Antonio Zizzo; Emanuela Alagna, Giuseppe Tumbiolo, rappresentati e difesi dall`avv. Angelo Pizzitola, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv Giuseppe Abbagnato sito in Palermo, via Terrasanta N. 7;

Giuseppe Di Gregorio, Giacomo Paolo Caruso, rappresentati e difesi dall`avv. Giovanni Lentini, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Rosalba Genna sito in Palermo, via Siracusa N. 30;

Silvano Bonanno, Viviana Impiduglia, Tonia Pernice, Luigi Firenze, Rosaria Provenzano, Nicola Norrito, Isidonia Giacalone, rappresentati e difesi dall`avv. Pietro Enzo Gancitano, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Ugo Pecoraro in Palermo, piazza San Francesco di Paola 47;

Giorgio Randazzo, Vito Fodera`, rappresentati e difesi dall`avv. Andrea Favata, con domicilio eletto presso la Segreteria Tar in Palermo, via Butera, 6;

e nei confronti di Alagna Emanuela, intimata con il ricorso incidentale proposto dal contro interessato Di Gregorio Giuseppe, rappresentata e difesa dall’avv. Angelo Pitizzolla, ed elettivamente domiciliata in Palermo presso lo studio dell’avv. Giuseppe Abbagnato, via Terrasanta n. 7M per l`annullamento

A) quanto al ricorso introduttivo:

-del verbale di proclamazione degli eletti alla carica di consigliere comunale nella parte in atti meglio specificata;

B) quanto al ricorso incidentale subordinato proposto dal controinteressato Di Gregorio Giuseppe:

-del verbale di proclamazione degli eletti nella parte di interesse in ordine aivoti di preferenza dei candidati della lista n.10 avente il contrassegno “Futuristi”, in atti meglio precisato;

Visto il ricorso e i relativi allegati, depositato il 09/07/2013 , notificato in data 17/07/2014 unitamente al D.P. n.454 dell’11/7/2014 di fissazione dell’udienza pubblica di discussione, e quindi depositato in data 23/07/2014;

Visto l`art. 130, co. 7, cod. proc. amm;

Visti gli atti di costituzione in giudizio dell’ Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica e degli altri controinteressati in epigrafe indicati;

Viste le memorie difensive;

Visto il ricorso incidentale proposto da Di Gregorio Giuseppe;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell`udienza pubblica del giorno 24 ottobre 2014 il dott. Roberto Valenti e uditi per le parti i difensori C. Comandè e S. Caradonna per i ricorrenti; dell’avv.to dello Stato Stefano Vivacqua; dell’avv.to Marianna Conforto, in sostituzione dell`avv. G. Lentini; dell’avv. A. Finazzo, in sostituzione dell`avv. G. Armao; dell’avv.to Pietro E. Gancitano per Norrito N. e anche in sostituzione dell`avv. A. Pizzitola, W. Marino e A. Favata.;

PER LE RAGIONI CHE SARANNO ESPOSTE IN MOTIVAZIONE

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia (Sezione Seconda) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, rigetta il ricorso introduttivo, dichiara improcedibile il ricorso incidentale.

Condanna i ricorrenti principali al pagamento delle spese processuali in favore di tutte le parti costituite, che liquida in complessivi € 3000,00 (diconsi Euro tremilaezerocentesimi), pro quota, oltre accessori così come per legge.Dispone che la Segreteria della Sezione, ai sensi dell’art. 130, comma 8, c.p.a., trasmetta copia del presente dispositivo di sentenza al Sindaco del Comune di Mazara del Vallo per gli ulteriori adempimenti ivi previsti e per quelli di cui al comma 11 dello stesso art.130.

Dispone altresì che comunicazione del presente dispositivo sentenza sia trasmessa, ai sensi dell’art.130, comma 8, c.p.a., al Prefetto di Trapani.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall`autorità amministrativa Così deciso in Palermo nella camera di consiglio del giorno 24 ottobre 2014 con l`intervento dei magistrati:

Filippo Giamportone, Presidente

Carlo Modica de Mohac, Consigliere

Roberto Valenti, Consigliere, Estensore

L`ESTENSORE IL PRESIDENTE

DEPOSITATO IN SEGRETERIA

Il 24/10/2014

(art. 130, co. 7, cod. proc. amm.)

IL SEGRETARIO

(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

Giorgio Napolitano sarà interrogato dai legali di Totò Riina. La svolta nel processo sulla trattativa Stato-Mafia

Il “protocollo Farfalla”, i colloqui investigativi tra 007 e boss in carcere per convincerli a collaborare. La missiva dei carabinieri ai servizi segreti che il 20 giugno 1992 “mettevano in guardia” perché il giudice Borsellino “è a rischio” e poi morì un mese dopo. L’altra missiva, quella di un anno dopo spedita da Milano e da Roma ad organi di informazione per avvisare che “le bombe d’ora in poi colpiranno i vivi e non più i monumenti”. Era il 27 luglio 1993, 24 ore dopo il tritolo esplose nelle basiliche di San Giovanni e San Giorgio al Velabro. E poi, certamente, le minacce rivolte contro di lui, la gestione delle carceri e dei pentiti mentre Giorgio Napolitano era ministro dell’Interno.
Luca Cianferoni, l’avvocato di Totò Riina, sta lasciando l’aula bunker di Palermo. Il presidente della Corte d’Assise Alfredo Montalto gli ha dato ragione. Ha da poco ritenuto “né manifestamente superflua né infondata la nuova prova” e per questo ammette le domande delle difese su temi relativi alla “nuova prova”. Significa che martedì mattina, quando la Corte d’Assise salirà a Roma ed entrerà al Quirinale per sentire come teste il Presidente della Repubblica, non solo Cianferoni ma tutti gli avvocati delle difese (dieci imputati, politici, investigatori e boss di mafia) potranno beneficiare di questo nuovo spazio di manovra.
“Non basterà una giornata” dicono gli avvocati del processo sulla trattativa Stato-Cosa Nostra mentre lasciano l’aula bunker di Palermo. Se finora la tanto attesa e discussa audizione del Presidente della Repubblica - se ne parla dall’estate 2012 - era rimasta nel limbo degli appuntamenti della storia che però non lasciano il segno, la possibilità di fare al Presidente domande dirette “al di fuori dell’ambito in origine fissato e compatibile con le prerogative funzionali del Presidente della Repubblica” (la lettera del luglio 2012 del consigliere giuridico Loris D’Ambrosio, morto un mese dopo stroncato da un infarto, in cui temeva di poter essere stato “strumento di indicibili accordi”) è una svolta, inattesa, che può cambiare prospettiva al processo. Ovviamente, la decisione ultima di rispondere spetta sempre al Presidente della Repubblica “della cui disponibilità la Corte non potrà che prendere atto” scrive Montalto. E’ chiaro che una serie di domande senza risposta alimenterebbero polemiche e speculazioni a non finire.
Il “protocollo Farfalla”, i colloqui investigativi tra 007 e boss in carcere per convincerli a collaborare. La missiva dei carabinieri ai servizi segreti che il 20 giugno 1992 “mettevano in guardia” perché il giudice Borsellino “è a rischio” e poi morì un mese dopo. L’altra missiva, quella di un anno dopo spedita da Milano e da Roma ad organi di informazione per avvisare che “le bombe d’ora in poi colpiranno i vivi e non più i monumenti”. Era il 27 luglio 1993, 24 ore dopo il tritolo esplose nelle basiliche di San Giovanni e San Giorgio al Velabro. E poi, certamente, le minacce rivolte contro di lui, la gestione delle carceri e dei pentiti mentre Giorgio Napolitano era ministro dell’Interno.
Luca Cianferoni, l’avvocato di Totò Riina, sta lasciando l’aula bunker di Palermo. Il presidente della Corte d’Assise Alfredo Montalto gli ha dato ragione. Ha da poco ritenuto “né manifestamente superflua né infondata la nuova prova” e per questo ammette le domande delle difese su temi relativi alla “nuova prova”. Significa che martedì mattina, quando la Corte d’Assise salirà a Roma ed entrerà al Quirinale per sentire come teste il Presidente della Repubblica, non solo Cianferoni ma tutti gli avvocati delle difese (dieci imputati, politici, investigatori e boss di mafia) potranno beneficiare di questo nuovo spazio di manovra.
“Non basterà una giornata” dicono gli avvocati del processo sulla trattativa Stato-Cosa Nostra mentre lasciano l’aula bunker di Palermo. Se finora la tanto attesa e discussa audizione del Presidente della Repubblica - se ne parla dall’estate 2012 - era rimasta nel limbo degli appuntamenti della storia che però non lasciano il segno, la possibilità di fare al Presidente domande dirette “al di fuori dell’ambito in origine fissato e compatibile con le prerogative funzionali del Presidente della Repubblica” (la lettera del luglio 2012 del consigliere giuridico Loris D’Ambrosio, morto un mese dopo stroncato da un infarto, in cui temeva di poter essere stato “strumento di indicibili accordi”) è una svolta, inattesa, che può cambiare prospettiva al processo. Ovviamente, la decisione ultima di rispondere spetta sempre al Presidente della Repubblica “della cui disponibilità la Corte non potrà che prendere atto” scrive Montalto. E’ chiaro che una serie di domande senza risposta alimenterebbero polemiche e speculazioni a non finire.
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Totò Riina












Un vero e proprio assist sotto rete. Quasi un regalo confezionato dall’accusa, la procura di Palermo, all’imputato Totò Riina. E siccome non può essere casuale, la tormentata storia del processo sulla presunta trattativa tra Stato e Cosa Nostra si arricchisce del sospetto che in certi passaggi accusa e difesa – quella dei boss, non certo di politici e investigatori – facciano lo stesso gioco. La procura di Palermo cerca la verità. I boss Riina e Bagarella di evitare l’ennesima condanna. Obiettivi opposti. Raggiunti con lo stesso gioco. Un giorno ci dovremo interrogare anche su questo.
Succede dunque che su richiesta di Cianferoni, legale di Riina, i legali potranno fare domande al Presidente della Repubblica circa il biennio ’93-’94 quando Napolitano era presidente della Camera e Giovanni Spadolini guidava il Senato. Cianferoni s’è mosso dopo che giovedì scorso i pm Di Matteo, Del Ben, Tartaglia e l’aggiunto Teresi (nel ruolo di procuratore reggente) hanno depositato agli atti del processo informative del Sismi in cui nella primavera del 1993 una fonte confidenziale, considerata attendibile, spiegava che nell’agosto, tra il 16 e il 20, ci sarebbe stato un attentato “ad uno grosso, Napolitano o Spadolini, uno vale l’altro”. Una nuova prova è stata quindi tecnicamente ammessa nel fascicolo del processo. E su questa prova sono ammesse domande. Ci sono pochi giorni per organizzare le domande. Sarà un fine settimana di studio per gli avvocati che saranno tutti rigorosamente senza clienti tenuti lontani dall’udienza al Quirinale per motivi di sicurezza. Neppure Cianferoni si aspettava questa opportunità. E ora la vuole giocare perché Riina “ è stato vittima e non certo responsabile dell’eventuale trattativa tra Stato e Cosa Nostra”. La cosiddetta “nuova prova”, ad esempio. E’ una nota disponibile agli atti dell’Antimafia dal 2002 quando la trovò Gabriele Chelazzi, il magistrato fiorentino morto nel 2004 che più di tutti negli anni ha acceso più volte la luce sui mandanti e i misteri delle stragi di mafia. Si tratta di un’informativa del Sismi. “Tra il 16 e il 20 agosto ci sarà un attentato che non sarà portato a monumenti o a teatri ma a persone. A livello grosso. Una strage. Poi si faranno ad uno grosso (inteso come personalità politica). Gli autori sono sempre quelli là (i corleonesi) d’accordo con i grossi (i politici) e i massoni”. La fonte è giudicata attendibile.
La nota ha una data: 29 luglio 1993, all’indomani delle bombe di Roma. Spadolini, che si chiama Giovanni (riferimento alla basilica), è presidente del Senato. Napolitano (Giorgio, come l’altra basilica romana attaccata dal tritolo) è presidente della Camera. Potevano, dovevano, impedire la conversione in legge del 41 bis, il carcere duro per i mafiosi. Non l’hanno fatto. Ecco perché, secondo la fonte del Sismi, sarebbero stati nel mirino. Gli attentati non ci furono. Ma a novembre 1993 l’allora ministro della Giustizia Giovanni Conso decise di non rinnovare 300 decreti di 41 bis. Perché? La politica ha trattato con Cosa Nostra, ha fatto qualche compromesso, per evitare altre bombe? “Di certo Riina non poteva dare ordini di alcuni tipo visto che stava in isolamento da gennaio 1993” mette in fila Cianferoni. Che aggiunge: “Di certo c’era qualcuno che dirigeva, pensava e metteva in giro questa roba, ma non è Riina”.Queste saranno le domande per il presidente Napolitano. Martedì, al Quirinale, dalle 10 in poi. “Ma non basterà una giornata” dicono gli avvocati.

fonte Huffpost