MAZARA DEL VALLO, IVANO ASARO “RIFLESSIONI E PROPOSITI DOPO IL BALLOTTAGGIO“

POLITICA. Come è doveroso che sia comincio con un saluto rivolto a quanti avranno il piacere e l’interesse di leggere questo mio scritto.
Altro passo necessario è la reiterazione dei complimenti al riconfermato sindaco Cristaldi, prefazione necessaria per una civile e civica discussione politica.
Passaggio personale, e per questo molto sentito, è il particolare augurio di buon lavoro alla nuova giunta ed a tutto il consiglio comunale fresco di nomina, luogo in cui siederanno miei privati amici sia nella maggioranza che nell’opposizione: “che possano gestire al meglio la cosa pubblica”.
Questa intima prefazione nasce dall’esigenza di chiarire subito che prima di ogni altra cosa, ogni qualsivoglia passaggio politico, il rispetto ed il dovere istituzionale non può essere messo in discussione ne divenire oggetto di polemiche.
Con questo identico spirito ho tracciato, e traccio qui con voi, il bilancio di quest’esperienza. Ho ritenuto doveroso aspettare qualche giorno prima di ritornare alla pubblica parola, conscio come sono che euforie e malumori avrebbero potuto influenzare l’oggettività delle mie parole. Il sindaco Cristaldi è entrato, ancor di più, nella storia della nostra comunità. Nessuno mai come lui, forse, ha mai capito l’umore della gente, l’ha tramutato in un consenso così duraturo e proficuo, tanto da garantirgli una carriera luminosa di alta politica. I posteri diranno chi è stato Cristaldi, lasciando a noi contemporanei il compito di creare laddove possibile alternative valide. Cristaldi ha adesso il compito di essere il sindaco di tutti, specie degli sconfitti, ovvero i più delusi della sua gestione amministrativa pregressa, tra cui fermamente mi annovero e colloco. L’alibi del consiglio comunale avverso, del caratteraccio, della scarsità di fondi dovranno essere ormai un ricordo sbiadito, così come le altre scuse. Vincendo Cristaldi, ha perso Vito Torrente, quindi in qualità di assessore designato nel progetto Torrente Sindaco, ho perso io. La mia è stata un’avventura atipica, affascinante, didattica. Ricordo perfettamente la chiamata dello staff di Vito Torrente che mi proponeva di abbracciare questa sfida. Devo riconoscere che dire si non è stato facile. Non ho mai concorso per nessuna carica elettiva, non avevo quindi il cosiddetto bacino elettorale; non ho mai lesinato critiche a nessuno, neanche allo stesso Torrente, eppure mi sono ritrovato al tavolo con veterani della politica.
Perché ho detto si? Perché a 25 anni avere la libertà di potere dire le proprie cose in piena autonomia, la libertà di potere immaginare il futuro con gli strumenti dell’amministrazione, la possibilità di passare dalla proposta ai fatti è un’occasione unica.
Avrei ragionato in maniera diversa in altre circostanze? Può darsi, ma parafrasando le parole di un mio maestro, <<è dalla stanza dei bottoni che si possono migliorare e cambiare le cose>>. La vicinanza di amici, tanti che ringrazierò a tempo debito, e della mia famiglia, ha fatto si che potessi vivermi solo il meglio di questa cavalcata culminata in un risultato comunque, a mio modo di vedere, ragguardevole. Le critiche dei primi giorni hanno lasciato spazio agli sguardi speranzosi della gente, alle strette di mano, ai consigli datimi da anziani ed anziane piene di saggezza e rincuorati dalla vista di un coetaneo dei loro nipoti con l’occasione di portare al centro la questione giovanile. Mi ero ripromesso di rispondere alle critiche una volta esauritasi questa competizione, rispondere imputando ai miei accusatori le loro colpe e loro mancanze. Gente sicuramente più saggia e preparata di me invece mi ha aperto gli occhi, dissuadendomi dal cercare lo scontro che invece avrebbe prodotto solo vittorie vuote e nessuna soddisfazione reale. Ecco perché molti messaggi sono rimasti senza risposta, molte provocazioni inascoltate e molti mugugni chiusi in un cassetto. Ho avuto la possibilità di dire la mia, di dirla chiaramente e ringrazio per l’occasione Vito Torrente ed il suo staff, fatto da giovani, tanti giovani, che mi hanno accolto senza presunzione od invidie. Lo ringrazio inoltre, non solo a titolo personale, per avere denunciato legalmente chi si è permesso di fare illazioni sulla sua onorabilità, tutelando la personalità ed il decoro dell’intera squadra. Come è ovvio che sia ho sperato che le elezioni decretassero la vittoria della nostra fazione, speranza corroborata da due ordini di fattori, politici e contenutistici. Da uomo socialdemocratico, di centro-sinistra europeo, non ho avuto dubbio alcuno ad oppormi a chi, fieramente, si è collocato nella destra estrema italiana, proprio in quel partito guidato da Giorgia Meloni, emblematicamente chiamato “La Destra”. A tal proposito mi ha non poco amareggiato il fatto che le sinistre mazaresi abbiano perso più tempo a fare la guerra a me, che ho continuato a professare le stesse idee, e non invece ad identificare nettamente le posizioni. Le dietrologie, le ipocrisie, le allusioni, le lascio ai professionisti della politica, a chi vive di rendite di posizione scaturite dalla politica, od a chi ha avuto regalato sempre dalla politica un posto al sole. D’altra parte quando mi è stato chiesto di produrre il mio contributo, ho subito domandato di potermi occupare di giovani, e delle politiche loro concernenti. La mia idea si basa sul fatto che nuove o simil tali generazioni non possano continuare a vivere nella chimera dello sviluppo esclusivamente legato all’aspetto ristorativo del termine. La movida, i pub, i ristoranti sono corollario di un lavoro che dovrebbe essere, a mio modesto avviso, più radicato da parte degli agenti sociali ed amministrativi, incidendo sulla cultura dello sviluppo eco-sostenibile. Concetti miei, e non solo miei, che forse per mie incapacità non sono riuscito a trasmettere all’elettorato, voglioso in maggioranza di riconfermare il progetto Cristaldi. La domanda sul futuro è per me attualmente un rebus. Ciò che è sicuro è che tornerò a Bologna per completare gli studi, obiettivo primario, per avere giusti strumenti per approcciarmi al mondo delle professioni. La politica continuerà ad essere la mia prima passione, per questo insisterò ad interessarmi con fortissimo coinvolgimento al corso degli eventi. Se proprio devo dire cosa mi piacerebbe realizzare in tempi relativamente brevi è quella scuola di politica di cui le menti giovani necessitano, la mia in primis. Per concludere torno a ringraziare in questa pubblica tribuna quanti mi sono stati vicini, mi hanno reso dono del loro impegno, della loro dedizione, del loro affetto. Senza di essi, componenti della mia famiglia e non, sarebbe stato tutto più difficile.
Ivano Asaro