LETTERA DI TUMBIOLO AL PROFESSOR LUIGI SANLORENZO “LA SICILIA AL CENTRO DEL MEDITERRANEO CI DEVE STARE… NONOSTANTE TUTTO“


MAZARA DEL VALLO. (5 Giugno 2014) Si riporta in la lettera di ringraziamento del Presidente Giovanni Tumbiolo, in risposta alla illustre citazione scritta dall`economista Luigi Salnorenzo alcuni giorni fa su siciliainformazioni.com, riguardante il Distretto Produttivo della Pesca COSVAP e il suo operato.

Preg.mo Professore Sanlorenzo, ho letto con grande attenzione la Sua acuta ed articolata analisi sul Mediterraneo, con gli interessanti spunti storici e geopolitici, economici, culturali dal titolo “La Sicilia al centro del Mediterraneo… ma che ci sta a fare?” Mi ha molto lusingato e al tempo stesso stupito, la Sua citazione dell’operato del Distretto della Pesca sul campo internazionale. Lusingato perché è difficile che oggi qualcuno ti riconosca dei meriti, ancor più stupito perché non credo di aver avuto purtroppo il privilegio di conoscerLa personalmente. Spero comunque non mancherà presto occasione. E sin d’ora sarei lieto di invitarLa a visitare le strutture del Distretto della Pesca, magari in occasione della seconda edizione di Blue Sea Land - l’Expo dei Distretti Agroalimentari - ove è prevista ad ottobre p.v. la partecipazione di 30 delegazioni ministeriali, diplomatiche ed imprenditoriali dei Paesi del Mediterraneo, dell’Africa e del Medioriente.
Se mi permette però, oltre a qualche piccola ma necessaria puntualizzazione, colgo l’occasione per ricordare alcuni episodi che non solo hanno lasciato nella mia memoria il segno, ma hanno radicato in me alcune convinzioni. Innanzitutto sento il dovere di chiarire le “ragioni istituzionali“ per cui io ed i miei eccellenti collaboratori ci occupiamo, per così dire, di affari internazionali, sempre in sintonia con i nostri competenti organi ministeriali, istituzionali.
In primo luogo sono le leggi, nazionali e regionali, a stabilire che tra le funzioni assegnate ai Distretti Produttivi (innovazione, marketing, formazione, finanza di distretto) c’è anche quella dell’internazionalizzazione delle imprese distrettuali che essendo di dimensioni piccole, micro, spesso a conduzione familiare, non hanno da sole capacità di aggredire i mercati esteri, talvolta assai lontani.
Da ciò, la funzione incontestabile e straordinaria, assunta negli anni dai Distretti industriali e produttivi italiani nei processi di internazionalizzazione delle imprese e nella stessa promozione del Made in Italy. In secondo luogo per il sistema pesca siciliano, la ricerca ormai “storica” di nuovi bacini di pesca, in lungo e in largo per il Mediterraneo ed oltre, è una oggettiva esigenza di carattere industriale e produttiva.
È bene sapere che in questa “ricerca” non siamo affatto soli. Tunisini, libici, egiziani, spagnoli, francesi, giapponesi, sono i nostri più accaniti concorrenti. Da qui la famigerata “guerra del pesce” cui Lei fa cenno nel suo scritto. Veda Professore, noi del Distretto, stiamo lavorando, grazie all’encomiabile supporto dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo (di cui fanno parte molti rappresentanti di altri Paesi), alla “Pace del pesce” attraverso la creazione di una fitta rete di collaborazioni scientifico-produttive con entità frontaliere e rivierasche in un progetto di salvaguardia, tutela, ricostruzione, restauro, rigenerazione, innovazione e responsabile utilizzo delle risorse del mare. In una parola “Blue Economy” Il Distretto e l’Osservatorio coordinato dall’Ing. Giuseppe Pernice, oggi rafforzati dal Centro di Competenza presieduto dal Ch.mo Prof. Vincenzo Fazio, si avviano ad esportare nel Mediterraneo ed oltre un modello: il Distretto produttivo ed uno strumento: la Blue Economy.
Un modello ed uno strumento, una filosofia che mettiamo al servizio di tutti, anche attraverso l’esperienza di un progetto europeo molto partecipato denominato: “Nuove Rotte verso la Blue Economy”, laboratorio naturale di sperimentazione (alla cui costruzione hanno partecipato tanti studiosi, economisti, ambientalisti, politici, archeologi etc., tra cui Luigi Bistagnino, Gioacchino Fazio, Marco Molino, Sebastiano Tusa, Leoluca Orlando, Salvo Mazzola, Franco Andaloro ) con il coinvolgimento di oltre 60 aziende della filiera ittica e ben 16 istituzioni scientifiche, pubbliche e private e di altri attori quali banche, fondazioni, etc.
Sappiamo bene io e Lei che le istituzioni locali e regionali avrebbero il dovere di agevolare questa straordinaria mobilitazione produttiva, tecnica, culturale. Non sempre lo fanno, di fatto ostacolando un percorso da tanti, anche da Lei, definito virtuoso. Un percorso, un programma che hanno due forti valenze economica e sociale. Promuovere attraverso la cooperazione internazionale il modello del Distretto ed i principi della Blue Economy per sostenere nel Mediterraneo, in Africa, in Medioriente progetti concreti, sostenibili, responsabili per creare, grazie al nostro know-how imprese e lavoro lì dove ci sono le risorse naturali, le materie prime di cui noi non disponiamo.
Ben inteso, la logica però, non è quella della mera delocalizzazione delle imprese, o peggio del cluster, ma quella di una cooperazione allargata finalizzata a creare nuove attività, nuovo lavoro lì, in quei territori per fermare proprio lì, con il nostro ingegno, il nostro savoir faire le braccia di tanti, troppi disperati che ogni giorno tentano di approdare in EUROPA.
Questo disegno, caro Professore, attraverso quei principi, quei modelli in cui crediamo e per i quali da anni ci adoperiamo, è vantaggioso non solo per quei paesi del Sud che beneficiano di occasioni di crescita e sviluppo sostenibili, di lavoro, ma è una enorme opportunità soprattutto per la Sicilia, per le sue imprese, per le sue scuole per favorire la creazione di nuovo lavoro, nuova occupazione attraverso il mare, rendendo così alla Sicilia e ai siciliani una centralità mediterranea.
Per tutto ciò mi permetta di continuare a credere e sperare, di essere orgoglioso di far parte di una Sicilia che al centro del Mediterraneo ci può e ci deve stare…nonostante tutto.
Giovanni Tumbiolo