MAZARA, IN UN ANNO DEMOLITI 28 PESCHERECCI, IL CNR, COSÌ LA PESCA PUO` FRONTEGGIARE LA CRISI

“Nella marineria di Mazara del Vallo negli ultimi 5 anni si sono persi circa 1500 posti di lavoro a causa dei natanti demoliti e, conseguentemente, dell’ indotto”. Lo afferma il sindacalista della Uila Uil Tomaso Macaddino che annuncia per il prossimo 20 dicembre un convegno, organizzato dal sindacato, che affronterà le tematiche relative alla crisi e alla sicurezza a bordo dei pescherecci. La crisi della pesca coinvolge la città, si riflette sul tessuto economico e paralizza molte attività, come il commercio e le attività artigianali in primo luogo. In città chiudono negozi e botteghe, la disoccupazione nel terziario è a vista d’occhio. Basta fare una passeggiata in corso Umberto, il salotto della citta, per notare le decine di saracinesche abbassate. Anche le commesse dei negozi che sopravvivono, con stipendi part time, vengono licenziate. Eppure, di fronte a questo quadro disarmante, i pescatori di Mazara ogni giorno garantiscono l`approvvigionamento di pesce fresco di qualità, sono pescatori di professione, che oggi vivono un presente pieno di incertezze e contraddizioni, bisognoso di un profondo ripensamento, per la stessa sopravvivenza dell`attività. A far soffrire il settore, il caro gasolio, le nuove tabelle d`armamento per i pescherecci e, non ultimo, la diminuzione del pescato. Sono problemi assillanti che vivono ogni giorno i marittimi che non sanno più a quale santo votarsi per uscire dalla crisi. Alcuni hanno già valicato i confini italiani e nordafricani, da marinai o armatori con i loro pescherecci e si sono inoltrati nel mare della Grecia, di Cipro ed anche più giù, alla ricerca di pesce pregiato per restare nel mercato. Come uscire dalla crisi? "Nel Mediterraneo - spiega Sergio Vitale dell`Istituto per l`ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr di Mazara del Vallo – molto complesso da tempo immemorabile la pesca costituisce uno degli elementi". La sfida che si è aperta da qualche anno è tra il mondo scientifico e quello dei pescatori, che devono convivere se vogliono sopravvivere. Sembra che dopo un`iniziale diffidenza, tra i pescatori e i ricercatori si sia sviluppata una fase di collaborazione. Questo scambio di esperienze e conoscenze consente di assicurare le giuste risposte agli obiettivi di crescita, nel rispetto della conservazione degli ecosistemi marini e della sostenibilità, anche economica, dell`attività di pesca. Nuovi strumenti e metodologie sono in fase di sviluppo per migliorare le capacità di osservazione e di modellizzazione del sistema. “Nonostante le aumentate conoscenze sullo stato e la dinamica degli stock ittici, il livello di sfruttamento nei mari italiani risulta ancora eccessivo rispetto alle capacità produttive", aggiunge Fabio Fiorentino dell`Iamc-Cnr di Mazara del Vallo. "In particolare, il grande sviluppo tecnologico degli ultimi decenni (Global positioningsystem-Gps, ecoscandagli e apparecchiature per la stima della biomassa in mare) se da un lato ha fornito ai ricercatori nuovi mezzi utili ed efficaci sulla sostenibilità delle attività di pesca, dall`altro ha favorito un incremento delle potenzialità di cattura da parte degli operatori". Nel campo dell`innovazione tecnologica, l`Istituto di Mazara e di Capo Granitola è impegnato in diverse attività tra cui: il programma nazionale di raccolta dati alieutici, il progetto “Bandiera Ritmare”, quello per il Mezzogiorno “Ssd Pesca” e “Teseo”. La sfida consiste, quindi, nell`indirizzare la tecnologia verso l`intera filiera `dal mare alla tavola`.

(Fonte: Gds - Salvatore Giacalone)