
Sarà la pesante crisi economica, sarà l'elevata imposizione fiscale nazionale e del comune di Mazara del Vallo, ma la realtà sta nei fatti, la città lentamente ed inesorabilmente sta muorendo come se fosse vittima di uno spietato medico che pratica l'eutanasia morale, civile ed economica del territorio, dei cittadini e del territorio.
Le responsabilità di chi sono? La domanda la rivolgiamo ai cittadini e non pretendiamo di dare risposte perchè non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo. Le risposte se le devono dare i cittadini sovrani che di volta in volta scelgono e decidono quale sia il bene ed il male per se, per i loro figli e per il futuro di tutta la città.
Ecco, siamo alle porte del 2015, a Milano si svolgerà finalmente l'Expo, mentre in altri posti d'Italia imperversa il sottobosco culturale, sociale, morale, civile e politico; il resto del Paese Italia è investito dal nulla più assoluto, da qualche parte vengono fuori le pesanti sacche che vedono l'intreccio perverso tra mafia, politica ed economia, da altre parti di questa Italietta raffazzonata invece questo circolo vizioso tarda a venir fuori e di questo sicuramente ci dobbiamo chiedere il perché?
Ma ritorniamo alla nostra corso Umberto per dire che qui siamo cresciuti e qui certamente vogliamo rimanere, impegandoci per un domani migliore, per una città aperta e moderna, per un luogo dove i nostri figli possano trovare lavoro e faniglia, dove in una frase moderna ed attuale insomma la persona umana riesca ad ottenere il raggiungimento di ciò che oggi viene in modo sintetico e risolutivo definito come "il diritto alla felicità". Un diritto che deve essere scevro da condizionamenti perchè tutti per costituzione abbiamo diritto alla salute, diritto all'istruzione ed alla formazione professionale, diritto al lavoro, ma soprattutto abbiamo il dovere di contribuire secondo le proprie attitudini e possibilità allo sviluppo del Paese, alla ricerca morale, scientifica, economica e culturale. Questo è il luogo do voglio che mio figlio Rolando Certa cresca e si formi e per questo spero che tutti abbiano la voglia di contribuire, ognuno per il proprio ruolo, funzione e competenza, partendo innanzitutto dalla condizione di persona umana e di cittdino sovrano e libero di scegliere il proprio "destino".
A noi che ancora un po' di dignità è rimasta, a chi crede ancora nel futuro, a chi pensa che domani il sole sorgerà ancora, non resta altro che rimanere sulla riva del fiume, di questo quasi morto ed inquinato fiume, aspettando che tutto ciò che è effimero ci passi innanzi trascinato via dalla corrente di quel fiume che se pur morto per sua natura è inesorabile come la corrente che ne determina il suo corso.
Ernesto Certa
Direttore Editoriale Voci Libere